Separazione totale di Snam da Eni, stoccaggi compresi. Governo e forze politiche hanno raggiunto l’intesa al Senato su un emendamento dei relatori al decreto liberalizzazioni, presentato in commissione Industria.
La stessa Commissione, che ieri ha lavorato fino a tarda notte, ha dato il via libera un micro-pacchetto di ritocchi.
A cominciare da quelli sul rafforzamento della class action e sulle mega-multe contro le clausole vessatorie a danno dei consumatori. Via libera anche al conto corrente (e al prelievo di denaro) gratuito per i pensionati con assegni inferiori ai 1.500 euro e all’azzeramento delle commissioni per gli automobilisti che acquistano carburante fino a 100 euro con carta di credito. Disco verde anche all’eliminazione dell’obbligo di avere un conto corrente nella banca dove si sottoscrive un mutuo. Il tutto mentre il ministero della Salute annunciava «incisive modifiche» al capitolo dei farmaci.
Anche la giornata di ieri è stata all’insegna degli stop and go in commissione, con più di un momento di tensione sulle modifiche che i partiti stanno cercando di apportare al testo.
La vicenda dei taxi, con il sì del Governo alla marcia indietro sulle competenze dei comuni, ha creato nuove frizioni. E il Terzo polo ha espresso «grande preoccupazione per il rischio concreto di arretramenti e cedimenti» sul decreto. Ma il presidente del Senato, Renato Schifani, ha ribadito che Palazzo Madama «lavora alacremente difendendosi da pressioni di lobby e corporazioni: siamo a buon punto, credo che il Senato rafforzerà il provvedimento».
In attesa di affrontare (forse già oggi) il delicato capitolo delle professioni, ieri si è giocata la partita sulla questione-Eni-Snam, con qualche spunto polemico tra Governo e maggioranza, rivelatosi poi frutto soprattutto di incomprensioni. In mattinata la relatrice Simona Vicari (Pdl) aveva denunciato la presunta indisponibilità del Governo a separare dall’Eni anche il sistema di stoccaggi di metano. Frizioni anche sui tempi dello scorporo. Troppo stringenti, secondo la Vicari, i sei mesi previsti dal decreto. Ma nel pomeriggio il sottosegretario allo Sviluppo Claudio De Vincenti ha sgomberato il campo dai dubbi: il Governo si è già espresso per la separazione dall’Eni dell’intera holding Snam (che comprende la rete ma anche gli stoccaggi), dunque «se c’è stato un fraintendimento con i senatori lo saneremo».
Sui tempi dell’operazione, De Vincenti ha detto che «saranno i più brevi tenendo conto che si tratta di una grande società». Quanto alla quota massima che Eni potrà mantenere in Snam è stato definitivamente chiarito che essa non potrà superare il 5%, come da vincoli comunitari.
Sul fronte della class action, l’emendamento dei relatori, Vicari e Filippo Bubbico (Pd), approvato dalla Commissione ne estende da una parte il perimetro e, dall’altro, ne chiarisce gli obiettivi. L’azione potrà infatti essere proposta non più solo a tutela di diritti comuni danneggiati, ma anche per fare valere “semplici” interessi. Inoltre i diritti non dovranno più essere identici, aspetto che sinora ha condotto a frequenti pronunce di inammissibilità dei giudici, ma basterà l’omogeneità.
La Commissione ha detto “sì” allo stop delle clausole vessatorie nei contratti tra professionisti e consumatori, con il rischio di multe fino a 50mila euro. Approvati anche alcuni correttivi sulle banche.
La sottoscrizione di un mutuo non sarà più vincolata al possesso di conto corrente. La banca, inoltre, dovrà proporre al cliente almeno due polizze di due compagnie assicurative diverse e l’utente ne potrà sottoscrivere una individuata autonomamente sul mercato. Nella seduta notturna sono stati affrontati gli ultimi ritocchi al capitolo delle assicurazioni, a partire da quello che fa salire fino a 5 anni di reclusione la pena per chi commette frodi assicurative. Ieri sera risultava ancora non votato anche l’emendamento dei relatori che prevede l’istituzione dell’Autorità dei trasporti dal 31 maggio senza più il passaggio per l’Autorità dell’energia.
I nodi da sciogliere restano numerosi. Oltre a professioni e farmaci, c’è quello del Tribunale delle imprese, per il quale i relatori propongono di salire fino a 20 sedi. Una soluzione condivisa nel parere positivo espresso ieri dal Csm. Da risolvere è anche la questione del ripristino del passaggio, seppure gratuito, dai notai per la costituzione delle imprese dei giovani con un euro. Un passaggio non condiviso dal Governo.
Ilsole24ore.com – 23 febbraio 2012