Nuovi record per i carburanti: la super fino a 1,815 al litro. Clini: più efficienza su acqua, costo non corrisponde a servizio
ROMA – Fino a 7 mila farmacie in più. E poi qualche migliaio di nuovi notai in circolazione e addio, definitivamente, alle tariffe minime: non solo a quelle ancora imposte dagli Ordini professionali per ingegneri, architetti e avvocati; ma anche a quelle per il trasporto su gomma, per esempio. E poi più concorrenza nella distribuzione dei carburanti con la benzina che ieri ha toccato il nuovo record di 1,75 euro al litro nei distributori Esso, Shell e Q8 con punte a 1,815 in alcune zone del Paese dove più incidono le addizionali regionali.
E ancora, novità per i servizi postali e per i servizi pubblici locali: settori dove l’Antitrust ha chiesto interventi decisi e il governo è intenzionato a farne nonostante la levata di scudi arrivata ieri praticamente da tutte le categorie interessate oltre che dal Pdl mentre il Pd teme una nuova frenata. Il governo tiene il punto e non è escluso che un primo giro di tavolo sulle liberalizzazioni si faccia venerdì in Consiglio dei ministri. Comunque, prima del 20 c’è da mettere in conto anche un passaggio di consultazione con i partiti.
Per ora la barra resta dritta e si torna a parlare di interventi anche per l’acqua: «L’esito del referendum deve essere rispettato ha detto ieri il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ma dobbiamo creare le condizioni affinché l’uso delle risorse sia efficiente». Cosa significa? Il testo del decreto che il governo punta a varare entro il 20 gennaio una legge sulla concorrenza mai fatta prima è ancora in cottura. Ma il significato delle parole di Clini è chiaro: «Il costo dell’acqua oggi ha precisato non corrisponde al servizio reso. Ridurre le perdite, che al Sud arrivano anche al 70% e che hanno una media nazionale del 30-40 per cento, significa investire». Secondo Clini occorre dunque «premiare l’efficienza». Come? Introducendo tetti tariffari per costringere le aziende a recuperi di efficienza. O ancora, fissando penali per le imprese (comunali e non) che non raggiungono standard di qualità sufficienti, come è già stato fatto per l’energia elettrica.
Sarà l’Autorità per l’energia a stabilire come premiare o penalizzare le aziende con tariffe specifiche ma sarà il governo, nel decreto sulla concorrenza, a fissare alcuni principi-obiettivi da raggiungere. E siccome è difficile che si possano sciogliere in un solo provvedimento i 44 nodi segnalati dall’Autorità garante giovedì scorso, è facile prevedere che nella nuova legge saranno indicate tempistiche precise entro le quali i mercati che dovessero restare esclusi, andranno liberalizzati.
Di sicuro entreranno novità sui servizi pubblici locali. con l’obbligo di mettere a gara i servizi anche per singoli spezzoni. Saranno previsti incentivi alla privatizzazione (mettendo più operatori in condizione di farsi concorrenza) e durate ridotte per le concessioni.
Ieri hanno protestato i taxi, i farmacisti, gli edicolanti, i sindacati per gli orari dei negozi. Hanno fatto sentire la propria voce l’Unione petrolifera come anche l’Anci. Lobby scatenate in Parlamento per sostenere gli interessi di quei settori dove si preannunciano interventi. Il Pdl ha lanciato i suoi altolà e prepara una sua proposta di legge: «Le liberalizzazioni non possono concentrarsi solo nell’eliminazione, con metodi stalinisti, di farmacie, tassisti e ordini professionali usati come vittime sacrificali».
Il Pd teme la frenata: «Mi stupirei dice Bersani se ci fossero passi indietro». E al governo consiglia «coraggio, determinazione e razionalità».
Il Messaggero – 11 gennaio 2012