Nella notte in Commissione Industria del Senato è iniziato l’esame degli emendamenti all’articolo sulle farmacie. Pdl e Pd restano su posizioni divergenti. Sempre più probabile il maxi emendamento del Governo. Ma resta da capire cosa ci sarà scritto
Le farmacie erano rimaste tra gli ultimi punti da affrontare e, considerando come si è avviata la discussione ieri notte in Commissione Industria del Senato, se ne capisce la ragione.
Popolo della Libertà e Partito Democratico sembrano infatti decisi a giocare una partita muscolare sul come emendare il decreto. Il primo, come è noto, ha accolto in gran parte le richieste dei titolari proponendo un’apertura più limitata di nuove farmacie rispetto al decreto, stabilendo un quorum più alto tra farmacie e abitanti.
I Democratici, al contrario, hanno sposato le tesi delle parafarmacie e della grande distribuzione, chiedendo un rapporto ancora più stretto tra farmacie e abitanti e soprattutto rilanciando la proposta di liberalizzare la vendita di tutta la fascia C, compresi i farmaci con obbligo di ricetta, richiamandosi in proposito a quanto aveva suggerito a inizio anno l’Antitrust.
Gli emendamenti da esaminare sono circa 180. Ma il succo sta in queste due visioni. I giochi si dovranno comunque chiudere entro mercoledì prossimo quando il testo arriverà in Aula. Sono in molti a prevedere che sarà però il Governo a dover sciogliere il nodo con un maxi emendamento, dove si cercherà di compiere il miracolo di unire, in un unico testo, visioni tanto contrapposte.
L’altra via, ricordano altri, si ispira al proverbio “tra due litiganti, il terzo gode” e in questo caso il “terzo” sarebbe il testo originale dell’articolo 11 così come scritto nel decreto legge in vigore. Che potrebbe restare tale e quale, scontententando tutti – partiti, farmacie e parafarmacisti – ma non accontentando l’uno rispetto all’altro.
quotidianosanita.it – 23 febbraio 2012