Parlamento. La commissione Industria del Senato al voto sulle centinaia di emendamenti, in attesa della fiducia in aula. Alla Camera sì finale per il milleproroghe e fari puntati sulle semplificazioni
Banche, professioni, assicurazioni, energia, farmacie, taxi, ritorno alla tesoreria unica per enti locali e regioni. Se il week-end ha portato alla difficilissima quadratura del cerchio di un’intesa politica sui capitoli più ostici e apertissimi che spaccano i partiti e le categorie, lo si capirà in queste ore. Per il decreto legge su liberalizzazioni e concorrenza sarà la settimana della verità. La commissione Industria del Senato – che giovedì scorso ne ha sospeso l’esame lasciando ai relatori Filippo Bubbico (Pd) e Simona Vicari (Pdl) e ai partiti il compito di cercare una mediazione – dovrà avventurarsi nel voto delle centinaia di emendamenti rimasti ancora sul tappeto. Con altri temi che intanto vengono sollevati dalle forze politiche, come la class action sollecitata dai democratici, che renderanno ancora più in salita la scrematura delle modifiche. Resta una strada tutta in salita quella delle liberalizzazioni proposte dal Governo di Mario Monti e dei professori.
Che però rilancia la sua scelta: modifiche mirate e selezionate e, in ogni caso, nessuno stravolgimento del decreto legge. Tanto che è ormai dato per sicuro anche per le liberalizzazioni il ricorso al voto di fiducia. Che ci sarà la settimana prossima, quando il provvedimento approderà in aula a palazzo Madama. Con tanto di maxi-emendamento che, salvo colpi di scena, dovrà riflettere il testo della commissione. Poi toccherà alla Camera, che avrà circa venti giorni (ma poco più della metà di lavoro effettivo) per arrivare alla conversione in legge del decreto entro la scadenza del 24 marzo. Le liberalizzazioni, insomma, diventerebbero legge proprio al principio della primavera. E chissà se saranno anche la primavera per l’economia e la concorrenza. Se al Senato la settimana parlamentare sarà principalmente all’insegna dell’esame sulle liberalizzazioni, altri decreti scandiranno in questi giorni l’attività legislativa. Alla Camera è atteso il voto finale sul milleproroghe, che ha perso per strada la soluzione del nodo degli “esodati” rimasti traditi dalla riforma delle pensioni di Natale. E ancora a Montecitorio si entra nel vivo (commissioni Affari costituzionali e Attività produttive) dell’esame del Dl 5 sulle semplificazioni, altro capitolo ad alto tasso di tensioni politiche. Decreti legge, ma non solo, nel calendario dei lavori della settimana. A cominciare (Camera, commissioni Affari costituzionali e Giustizia) dalla legge tuttora in alto mare contro la corruzione, che la settimana scorsa, proprio in coincidenza con le denunce della Corte dei conti e le sollecitazioni del Quirinale, è stata frenata dal ministro della Giustizia, Paola Severino, all’articolo cruciale della repressione dei delitti contro la pubblica amministrazione. Il Governo ha chiesto tempo. Non troppo, assicura. Fatto sta che a questo punto il Ddl assai difficilmente arriverà al voto dell’aula entro fine mese, come previsto dal calendario di Montecitorio. Anche nella lotta alla corruzione, sarà forse decisiva la primavera.
il Sole 24 Ore – 20 febbraio 2012