Il ministero della Salute vorrebbe uno stralcio delle norme più controverse, a partire dalla vendita dei farmaci di fascia C nelle parafarmacie. Il ministero dello Sviluppo economico non intende cedere e si prepara a presentare, venerdì prossimo sul tavolo del Consiglio dei ministri, il disegno di legge tutto intero, dunque una lenzuolata di liberalizzazioni come non se ne vedeva dai tempi di Bersani e Monti.
Il ddl concorrenza però rischia di inasprire il clima politico (Ncd in fibrillazione) e di risvegliare tutte le lobby pronte a dare battaglia in Parlamento.
Da settimane, quasi tutti i giorni, Federfarma, associazioni italiane ed europee delle farmacie, lo stesso ministro Lorenzin tuonano contro le parafarmacie, reputano «insostenibile» la norma sui farmaci, insinuano che non è possibile arrivare ad offrire gli psicofarmaci nei corner dei supermercati. Da un paio di giorni, anche i notai si sentono nel mirino («Se andiamo dal notaio meno volte non è un problema », anticipa Renzi). Si sapeva che il ddl puntava ad allargare le maglie e il numero di accesso alla professione. Non anche di ridurre gli atti notarili, escludendoli ad esempio nelle compravendite di piccoli immobili o proprietà, come i garage, nella costituzione di alcune società (srl, ad esempio) e nella messa a punto di atti straordinari (come le fusioni societarie). Anche gli avvocati aspettano il testo per capire se il governo tirerà dritto con l’abrogazione dei parametri per il compenso, l’obbligo di preventivo anche se non richiesto, la liberalizzazione della consulenza stragiudiziale. Il settore elettrico teme il programma di uscita scansionata dal regime di maggior tutela (e forse anche il commissariamento del gestore Gse). Ma questo preoccupa anche i consumatori, se si tradurrà in aumento delle tariffe.
Le norme sull’Rc auto (stralciate dopo polemiche e strepiti dal Destinazione Italia di Letta, qui riprese) puntano a ridurre i costi per chi monta la scatola nera, ma anche per chi ripara i mezzi dai soli carrozzieri indicati dalla compagnia. Introducono il tutor per scovare i furbetti e soprattutto danno mandato al governo, senza passaggio parlamentare, di riscrivere le tabelle per i risarcimenti ai maxi lesionati (storia vecchia, le compagnie vorrebbero abbassarli). Confesercenti parla già di «accanimento sui piccoli commercianti », dopo 8 deregulation in 5 anni, con interventi flop che non hanno rilanciato i consumi. Si riferisce alla norma per aumentare le pompe di benzina («ma la rete è la più polverizzata d’Europa») e a quelle per vendere i giornali anche in bar, supermercati, benzinai e librerie («ma nel 2014 le edicole hanno chiuso al ritmo di 4 al giorno»). Insomma, tutti contro tutti.
Farà discutere anche il possibile ingresso dei privati nel trasporto pubblico locale, la cancellazione del limite di sconto al 15% sui libri (legge Levi), la maggiore trasparenza nella vendita di polizze abbinate a mutui e finanziamenti, l’ampliamento dell’uso della Scia, l’eliminazione di vincoli per il cambio di operatore telefonico, televisivo e di servizi Internet.
Repubblica – 18 febbraio 2015