Una relazione su i pro e i contro dell’etichettatura di origine delle carni negli alimenti trasformati, comprese le carni separate meccanicamente sarà sul tavolo della Commissione europea entro il mese prossimo.
Ad affermarlo è Alexandra Nikolakopoulou della Dg Sanco secondo la quale il rapporto sarebbe stato commissionato ad un organismo esterno già da diversi mesi, ma il recente scandalo della carne equina avrebbe spinto alcuni membri del parlamento europeo a sollecitare la presentazione del documento. L’analisi dovrebbe essere completata entro fine giugno, mentre la relazione finale è prevista per il prossimo mese.
E’ sempre più crescente il numero di membri del Parlamento europeo e di ministri dell’agricoltura di numerosi Stati membri che chiedono a gran voce l’etichettatura di origine per tutti i prodotti alimentari a base di carne trasformati, nonostante la Commissione sostenga che l’etichettatura di origine non avrebbe comunque potuto impedire la frode della carne di cavallo.
I risultati della relazione verranno discussi da un gruppo di esperti indipendenti. Le informazioni sono state raccolte tra gli stakeholders a livello Ue e tra le principali organizzazioni che rappresentano le aziende di lavorazione della carne. Casi studio sono stati condotti nel Regno Unito, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Olanda e Italia.
Sono stati coinvolti anche paesi terzi come Brasile e Stati Uniti. Il lavoro è focalizzato su tutti i tipi di carne macinata e sulle carni separate meccanicamente, in particolare verso i cibi multi-ingredienti.
La Nikolakopoulou ha voluto precisare che il rapporto dovrebbe guardare all’interesse dei consumatori per l’origine degli ingredienti dei prodotti a base di carne, ma anche alle implicazioni per la catena di approvvigionamento alimentare comprese le pratiche di sourcing.
L’etichettatura di origine rappresenta una priorità per la Commissione europea non solo per quest’anno, ma anche per i prossimi anni. Oltre al lavoro sui prodotti trasformati a base di carne e sulle modalità dell’etichettatura di origine delle carni fresche di suino, pollame e agnello (entro il 13 dicembre 2014), la Commissione deve infatti anche lavorare all’eventuale estensione dell’obbligo di indicare l’origine ad altri prodotti che comprendono, oltre ad altri tipi di carne fresca (cavallo e coniglio) anche il latte e il latte utilizzato come ingrediente, alimenti non trasformati, prodotti mono-ingrediente e gli ingredienti utilizzati in quota superiore al 50% nel cibo.
Sicurezza Alimentare – Coldiretti – 20 giugno 2013