L’esperto Victor Gaspar responsabile del Fiscal Monitor del Fondo Monetario ha suggerito all’Italia una manovra correttiva sui conti pubblici non più sostenibili nei prossimi anni
Il permissivismo degli anni del Covid, quando si chiudeva un occhio pur di risalire dalla recessione, è finito. Il debito in Italia sta tornando a crescere in maniera preoccupante. E Roma, quindi, dovrebbe varare «ulteriori sforzi di bilancio nei prossimi due anni«, allo scopo di generare un «aggiustamento credibile per metterlo su una traiettoria sostenibile di calo».
È il suggerimento molto esplicito arrivato ieri dal Fondo Monetario Internazionale, che sembra andare nella direzione opposta rispetto a quella scelta finora dal governo. Il Def appena presentato ha sancito il ritorno all’aumento del debito, mentre le prospettive sono poco incoraggianti. Un po’ perché la crescita degli anni scorsi sta frenando, e un po’ perché all’orizzontepotrebbero addensarsinubi pericolose.
Un esempio? Ieri, il vice presidente esecutivo della Commissione Europea Valdis Dombrovskis ha lanciato un allarme tanto diretto, quanto inusuale, legato alla possibilità del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Non solo perché potrebbe consegnare l’Ucraina a Putin, ma anche perché «le sue politiche economiche e commerciali verso la UE non erano state positive durante il primo mandato, e quelle che prospetta per l’eventuale secondo sono ancora più preoccupanti». Si riferiva senza dubbio alla minaccia di imporre tariffe del 10% a tappeto su tutte le importazioni negli Usa, che già dal prossimo anno darebbero un colpo fatale alle speranze di ripresa del continente, Italia inclusa, qualunque sia il governo al potere a Roma. Dombrovskis ha avanzato riserve anche sull’aumento dei dazi su acciaio e alluminio cinese, chiedendo di «non usare il commercio come arma».
Pubblicando ieri il “Fiscal Monitor”, l’Fmi ha notato che «alcune economie (Italia, Giappone) hanno annunciato nuovi piani di stimolo di bilancio e nuove iniziative di spesa, spesso sulla base di ipotesi di finanziamento ottimistiche». Ma il «debito globale è previsto salire vicino al 100% del Pil entro il 2029», spinto da paesi come Cina, Italia, Regno Unito e Usa, che «hanno bisogno di agire per affrontare squilibri fondamentali fra spesa e ricavi». Il debito nel nostro paese, «calato nel 2021, 2022 e 2023, è di recente tornato a crescere « e quest’anno dovrebbe raggiungere «circa il 140%. Andando avanti continuerà a salire», arrivando al 140,4% nel 2025, 142,6% nel 2026 e 143,1% nel 2027.
Victor Gaspar, responsabile del Fiscal Monitor, ha avvertito che «negli anni recenti l’Italia è cresciuta, ma andando avanti non sarà così. La crescita è prevista frenare e i costi di finanziamento del debito saliranno. Ci sono pressioni per la spesa. La nostra raccomandazione è che sarebbe importante un credibile aggiustamento di bilancio, per mettere il debito su una traiettoria di calo sostenibile ». Il ministro dell’Economia Giorgetti è a Washington, dove ieri ha incontrato i colleghi del G7, e toccherà a lui raccogliere queste sollecitazioni .
La Repubblica