«Aggregazione proteica». Termine tecnico che al profano non dice nulla ma che, riferito al ciclo di lavorazione di un vaccino ne determina il blocco. Poco meno di 490 mila dosi di antinfluenzale fabbricate da Novartis, in parte già distribuite alle farmacie, sono state ritirate dal commercio ieri con provvedimento urgente del ministero della Salute proprio perché presentavano questo difetto. La scorsa settimana un incidente simile sebbene di altra natura.
La ditta Crucell aveva ritirato prima che uscissero dai magazzini 2 milioni di fiale per gli esiti negativi di alcuni test.
Secondo la ricostruzione del ministro Renato Balduzzi, l’anomalia era nota a Novartis già dall’11 luglio scorso. Solo alla fine della scorsa settimana però è stata presentata la documentazione che ne attestava l’esistenza. Dunque quando le fiale erano già uscite dai magazzini. Bloccata la vendita delle 175 mila dosi in farmacia. Nel pomeriggio però potevano ancora essere acquistate perché l’allarme non è stato recepito subito su tutto il territorio nazionale. Non risulta invece che il vaccino sia arrivato nelle Asl e presso i medici di famiglia (487.738 le consegne complessive previste), notizia confermata dal segretario dell’associazione Fimmg, Giacomo Milillo. Doveva ancora essere consegnato. Quattro i medicinali «con difetti di qualità potenzialmente pericolosi per la salute pubblica». Fluad, Agrippal, Inflopozzi Adiuvato e Influpozzi Subunità. Stop immediato anche in Austria e Svizzera «a causa di alcune impurità».
Balduzzi rassicura: «Nessun allarme, nessun pericolo. Finora non abbiamo avuto segnalazioni di effetti indesiderati sulle persone che dovessero essersi già vaccinate con questi quattro prodotti. In ogni caso si tratterebbe di arrossamenti locali e qualche grado di febbre. Il blocco è una misura precauzionale». Il ministero però consiglia a chi avesse acquistato il farmaco sotto accusa di non usarlo. Domani sarà in funzione per le informazioni il numero verde 1500. L’allarme è stato trasmesso dall’Aifa, Agenzia nazionale del farmaco, a Europa e Canada.
Difficile pensare che l’andamento della campagna antinfluenzale appena partita (data ufficiale il 15 ottobre) non risulti in qualche modo compromessa. Secondo il ministero «non ci saranno problemi sul piano dell’approvvigionamento». Presso le Asl e i medici di famiglia ci sarebbero scorte assicurate da altre aziende che garantiscono il vaccino alle persone alle quali è raccomandato e distribuito gratuitamente (bambini e adulti con malattie croniche, cittadini sopra i 65 anni, operatori sanitari). Chi lo prende in farmacia, lo paga. È verosimile attendersi ripercussioni negative a livello di percezione dell’antinfluenzale che già in Italia gode di scarso successo.
Oggi Balduzzi incontra i responsabili di Novartis. Sono in corso approfondimenti sulle altri dosi in produzione. L’azienda, con stabilimenti a Siena, è una delle maggiori fornitrici del sistema sanitario nazionale, ne distribuisce in Italia circa 6 milioni sulle 12-14 milioni della campagna antinfluenzale (calcolando i 2 milioni della Crucell già ritirati, in Italia ora mancano 8 milioni di vaccini). Dovrà essere chiarito per quale ragione la presenza di anomalie nel ciclo di produzione è stata segnalata in via informale all’Aifa solo il 18 ottobre, in una riunione occasionale. Il giorno dopo Novartis ha inviato la documentazione richiesta d’urgenza. Non si poteva agire subito anziché disporre lo stop dopo cinque giorni? «Erano necessari tempi tecnici per studiare il caso e valutare, non avremmo potuto essere più rapidi», risponde Anna Rosa Marra, dell’Aifa.
Secondo Luigi Roberto Biasio, direttore scientifico di Sanofi Pasteur Msd, non ci sono problemi immediati di scorte: «I nostri vaccini sono stati regolarmente rilasciati dalle autorità sanitarie». Le Asl però sono in affanno. Caldo e bel tempo in questo senso sono degli alleati preziosi perché ritardano l’assalto dei virus. Antonietta Spadea, responsabile progetto vaccini Asl Roma A insiste sull’importanza di proteggersi dall’influenza: «Va bene anche a novembre».
Margherita De Bac – Corriere della Sera – 25 ottobre 2012