di Don Gino Rigoldi. Caro Matteo Renzi, sono una delle tante persone che in Italia ha a cuore i giovani con i loro percorsi di crescita, le persone in difficoltà, la cultura dell’accoglienza e la cura delle povertà. Da quarantuno anni sono nel carcere dei minori «Cesare Beccaria» di Milano, contento di esserci perché aiutare dei ragazzi e delle ragazze a trovare una strada buona per la loro vita è bello e importante.
Da alcuni anni faccio parte dell’organo di indirizzo della Fondazione Cariplo che, come saprai, oltre a sostenere il non profit per rispondere in modo sempre più efficace alle povertà e alle fragilità vecchie e nuove, promuove la cultura, la ricerca e la sostenibilità ambientale in Lombardia e nelle province di Novara e Verbania.
Si dice che la Lombardia sia una regione ricca ed è vero, come è vero che anche qui esistono le grandi povertà dei quartieri periferici, le fatiche per l’inserimento delle migliaia di persone straniere sopraggiunte, una disoccupazione che incomincia ad essere molto dolorosa, una cultura che si orienta sempre di più verso l’individualismo talora intollerante. La nostra Fondazione oggi svolge quindi un ruolo sempre più importante di supporto alle comunità e alle persone che le abitano.
In un periodo di grave crisi economica ma anche culturale e sociale, chi lavora nel terzo settore si è trovato sempre più in difficoltà per la scarsità di fondi pubblici. La nostra Fondazione ha di fatto garantito in questi anni risorse importanti per permettere al non profit di liberare le proprie energie migliori per integrare (e a volte per supplire a) tutta una serie di interventi che il pubblico non fa, né sembra prevedibile possa fare in tempi futuri.
Ho imparato in Fondazione il rigore e la scelta di progetti che abbiano senso, siano risposta efficace ai bisogni ma anche che possano anticipare modalità di intervento non ancora affermate. L’esempio che secondo me è tra i più importanti e che mi vede promotore convinto è l’ housing sociale, nato in Fondazione Cariplo e adesso modello nazionale. È stata una gioia nei mesi scorsi consegnare a circa duecento giovani coppie dei begli appartamenti, ben ristrutturati secondo i loro desideri, per un affitto che è circa la metà di quello che si paga a Milano. Il piano si chiama «Abita Giovani» ed è un progetto sostenibile, con i conti in ordine.
Abbiamo in campo altri seicento appartamenti da offrire, spero ad un affitto ancora inferiore ai cinquecento euro mensili, sempre che le disponibilità di investimento ce lo permettano. Dico investimenti perché non si tratta di donazioni a fondo perduto, ma di una forma appunto di investimento di parte del nostro patrimonio. La Cariplo è una fondazione di erogazione: fa donazioni a fondo perduto utilizzando i proventi (dedotti dei costi di funzionamento) derivanti dalla buona gestione del patrimonio. Quanto più esso produce, tanto più si eroga e tanto più, di conseguenza, si sostengono la sussidiarietà e il cambiamento dal basso.
Ho letto con attenzione, nelle maglie della legge di Stabilità, dei segnali positivi per il Terzo settore come l’incremento della deducibilità fiscale delle donazioni dei privati (ma, ti chiedo, quante persone possono permettersi di donare 30 mila euro a progetti sociali?) e l’innalzamento, tanto invocato, di 50 milioni del tetto del 5 per 1000 (ma, ti chiedo, a che serve se non si entra nel merito della bontà delle attività di alcuni di questi enti?). L’aumento della tassazione a carico delle Fondazioni taglierà però risorse destinate al non profit per un importo complessivo di 260 milioni di euro (60 dei quali a carico della sola Fondazione Cariplo). Non si rischia di dare con una mano per toglierla con l’altra?
Tutti, in un momento così difficile per il nostro Paese, devono contribuire. Anche la Fondazione Cariplo può certamente farlo, migliorando la propria operatività, facendo economie, verificando meglio gli esiti dei progetti finanziati. Ma il giudizio che posso dare su quello che stiamo facendo e sui criteri di erogazione è già oggi decisamente buono ed è un bell’esempio di sussidiarietà che funziona.
Può darsi che non tutte le fondazioni italiane siano come la Cariplo, ma allora sarà compito del tuo ministro dell’Economia condurre i controlli che evitino malagestione e mancanza di trasparenza. Perché non guardiamo a come si comportano altri Paesi europei su questo tema? Ti chiedo di riflettere sulle conseguenze dell’aumento della tassazione sulle Fondazioni, perché solo apparentemente si tassano le rendite di capitale, in realtà si stanno sottraendo risorse al terzo settore e si fa sussidiarietà al contrario. Credo che non sia questa la tua intenzione, e per questo ti invito a dialogare su un tema così importante in tempi così difficili.
Il Corriere della Sera – 24 novembre 2014