Il tempo della transumanza è arrivato con qualche giorno d’anticipo rispetto al canonico 15 di ottobre. Troppo freddo e persino la neve caduta nei prati che circondano le malghe più alte della Lessinia.
Ma la voglia di far festa, per gli allevatori è poca: l’estate che è appena trascorsa si è rivelata essere la peggiore per quanto riguarda i capi predati. Gli imputati sono sempre loro, i lupi del branco di Slavc e Giulietta, di cui sono state accertate quattro riproduzioni, l’ultima a metà agosto.Da inizio giugno si sono contati 60 capi di animali domestici, bovini e ovini, sbranati, nella sola area della provincia di Verona. Si tratta di un aumento di circa il 30% se si conta che, l’anno scorso, nello stesso periodo, il numero si era fermato a 40. Solo considerando anche la parte trentina (il solo comune di Ala, con le malghe di località Sega), infatti, il numero saliva a 51.
Gli animali sono stati uccisi in una cinquantina di diversi episodi. In ogni singolo caso, come prevede il protocollo, ha indagato il Corpo forestale dello Stato. Questi i risultati: 44 uccisioni sono state attribuite a dei lupi, sedici a non meglio specificati «canidi». Questa definizione non indica altro se non che non c’è certezza se a predare sia stato il branco oppure un cane di grossa taglia. Insomma, la previsione di «una vittima al giorno» paventata da alcuni allevatori soprattutto ad agosto, mese in cui gli episodi sono stati più concentrati, non si è rivelata troppo distante dalla realtà.
A fine settembre due tra gli episodi che hanno preoccupato di più: un piccolo toro sbranato a Velo, a un centinaio di metri dalle case abitate di contrada Bortoletti e una vitella di sei mesi ritrovata morta nelle vicinanze di contrada Salgari a San Bortolo delle Montagne, comune di Selva di Progno. Una zona, quest’ultima, poco battuta dai lupi negli anni passati, segno, forse, di come il loro areale si stia allargando, includendo le zone più orientali dell’altipiano e sconfinando sul Carega.
I sindaci della zona che, in accordo con il Corpo forestale hanno scelto la linea del silenzio per poi fare il punto una volta finita la stagione, renderanno noti i dati ufficiali a fine mese. Per ora c’è solo il commento di Claudio Melotti, primo cittadino di Bosco Chiesanuova: «È stato un anno tragico». Gli agricoltori, da parte loro, promettono battaglia. C’è chi come Moreno Riva, aveva portato la protesta in piazza a Velo, depositando la carcassa di un capo predato praticamente davanti al municipio. I colleghi avevano rilanciato con la minaccia di effettuare la consegna, in futuro, nel capoluogo, in piazza Bra. «Ci sentiamo dimenticati – dice ora Riva – perfino le associazioni di categoria non menzionano mai quella che per noi è un’emergenza. E dopo quest’estate in molti cominciano ad aver paura perfino a girare nei pascoli dopo il tramonto».
Il Corriere di Verona – 13 ottobre 2016