Non solo i capitoli fondamentali delle pensioni e del reddito di cittadinanza, che di fatto devono essere ancora scritti. La legge di bilancio che martedì sbarca in commissione bilancio della Camera (per il primo passaggio formale che è la verifica del contenuto proprio) appare priva di alcuni dei suoi contenuti fondamentali. Anche la parte fiscale, che in realtà è contenuta nel decreto all’esame del Senato ma rientra a tutti gli effetti nella manovra complessiva, sarà con tutta probabilità rivista e questo rischia di ritardare sia il lavoro dell’amministrazione che deve avviare i provvedimenti già in vigore, sia le scelte di famiglie e imprese. Intanto, mentre i lavori parlamentari andranno avanti, il ministro dell’Economia dovrà giocare una partita parallela in Europa con l’obiettivo di limitare l’impatto di una procedura per deficit e debito eccessivo, il cui avvio al momento resta del tutto probabile.
I SALDI
Dal punto di vista dei saldi di bilancio, proprio la partenza ritardata delle principali misure di spesa potrebbe alla fine tradursi in un vantaggio per il nostro Paese, perché comporterebbe uscite effettive minori di quelle sulla carta preventivate. Ma allo stesso tempo potrebbe porsi in contrasto con gli obiettivi politici dichiarati dei due partiti di governo. Per quanto riguarda i due dossier principali, la situazione si presenta in realtà un po’ differenziata. Quello relativo all’uscita anticipata con la cosiddetta quota 100, è in realtà abbastanza definito, anche se restano alcuni aspetti non del tutto secondari da precisare. Sul reddito ci sono invece ancora scelte fondamentali da fare e in ogni caso tutta la fase di avvio del progetti risentirà della necessità di predisporre gli strumenti operativi, a partire dai centri per l’impiego. Sempre in materia previdenziale c’è poi la questione delle pensioni alte: originariamente oggetto di un autonomo progetto di legge, dovrebbero confluire nella manovra con il meccanismo del contributo di solidarietà, al posto del problematicissimo ricalcolo già annunciato dai pentastellati.
L’IPOTESI
Le norme inserite nella legge di bilancio si limitano a stanziare complessivamente 9 miliardi l’anno per la misura-simbolo del Movimento Cinque Stelle e 6,7 (destinati a diventare 7) per la revisione della legge Fornero, rinviando a successivi provvedimenti legislativi. La strada inizialmente ipotizzata era quella dei disegni di legge collegati; questo però, visto che tra l’altro la sessione di bilancio è partita in ritardo, può voler dire attendere marzo-aprile, o anche oltre, per vedere i provvedimenti effettivamente approvati.
Recentemente il vicepremier Di Maio ha parlato di decreti d’urgenza da approvare intorno a Natale ma anche questa opzione presenta alcuni problemi. Più praticabile forse l’ipotesi di trasformare le norme in emendamenti alla stessa legge di bilancio. Intanto durante l’iter parlamentare andranno suddivisi alcuni fondi, come quello per l’attuazione del programma di governo o per le esigenze indifferibili. E anche su questo Lega e M5s dovranno trovare un’intesa.
Previdenza, dubbi su finestre e contribuzione
Definita la scelta di permettere l’uscita anticipata con 62 anni di età e 38 di contributi, restano da precisare gli eventuali vincoli sulla contribuzione (quanta parte potrà essere non effettiva). Inoltre andranno precisate le modalità di uscita effettiva: per i lavoratori privati si pensa a quattro finestre annuali, ovvero un’attesa di ulteriori tre mesi, per i pubblici il ritardo potrebbe essere di 6 o 9 mesi. Infine il governo sembra intenzionato a non far scattare l’aggiornamento di cinque mesi (legato all’aumento dell’aspettativa di vita) per la pensione anticipata già in vigore. Il requisito resterebbe quindi fissato a 42 anni e 10 mesi di contribuzione; in assenza di interventi normativi espliciti, passeràcomunque a 43 anni e 3 mesi dal primo gennaio.
Sulla misura voluta dalM5Sci sono pochi punti fermi e tante opzioni ancora aperte. Il reddito di cittadinanza dovrebbe filtrare la platea dei beneficiari non sulla base del reddito personalema dell’Isee, l’indicatore di situazione economica calcolato a livello familiare che tiene conto anche di risparmi e patrimonio immobiliare. L’operazione dovrebbe passare per i centri per l’impiego, i quali necessitano però di una riforma e di nuovo personale. Nonè stato ancora del tutto chiarito il meccanismo di spesa della somma, che passerà comunque per una carta elettronica. Inoltre difficilmente potranno scattare dal primo gennaio gli incrementi alle pensioni più basse (pensione di cittadinanza) per i quali sarà ugualmente valutata la situazione patrimoniale.
Cartelle, rottamazione da allargare
Nel decreto fiscale è stata messa a punto una vastagammadi definizioni agevolate, che ampliano le rottamazioni delle cartelle già attuate dai governi di centro-sinistra. Queste offerte permettono di risparmiare sanzioni e interessi, versando però gli importi originariamente dovuti. Il comunicato del Consiglio dei ministri del 20 ottobre rinvia però all’iter parlamentare del decreto fiscale per «ulteriori norme relative alla cosiddetta “pace fiscale” in presenza di situazioni economiche di particolare difficoltà». I contribuenti in situazione di bisogno pagherebbero solo una parte dell’importo. I potenziali interessati dovrebbero quindi attendere la versione definitiva del provvedimento per fare le proprie scelte.
Fondi, ancora in ballo oltre 400 milioni
C’è una dote finanziaria il cui utilizzo dovrà essere definito con precisione durante l’iter parlamentare della manovra. Si tratta in particolare del “Fondo per l’attuazione del programma di governo”, che dispone di 185 milioni per l’anno 2019 e 430 a partire dal 2020, e di quello per le “esigenze indifferibili” finanziato nella legge di bilancio con 250 milioni per il prossimo anno e 400 a regime dai successivi. Sono importi non giganteschimanemmenotrascurabili e dunque è già partita la gara tra i vari ministeri per potersene accaparrare una quota, senza contare che anche alcuni emendamenti parlamentari dovranno essere finanziati.Uno dei capitoli che potrebbero essere rinforzati è quello delle politiche per la famiglia.
Il MESSAGGERO