Il neonato Impegno 2014 finirà con ogni probabilità nel cestino, dal momento che lui a Palazzo Chigi nel 2014 non ci sarà. Detto questo, Enrico Letta si appresta a lasciare un’eredità pesante al proprio successore.
Diversi i dossier ancora aperti sul suo tavolo. Dalle privatizzazioni alla delega fiscale. E ancora: il decreto Destinazione Italia deve ottenere l’ok al Senato entro venerdì prossimo, nuove nomine in arrivo per i vertici delle controllate dal Mef, l’accordo con la Svizzera rimane da siglare.
Il menù è denso e vario. Ma andiamo con ordine. Le privatizzazioni rappresentano senz’altro una parte pesante dell’eredità di Letta. Ballano nove miliardi. Indispensabili per abbattere il debito pubblico. Le operazioni riguardanti Poste e Enav sono già sulla rampa di lancio. Poi toccherà a Eni, Sace, Fincantieri.
Un’altra partita clou riguarda le nomine dei vertici delle controllate dal Mef. Della lista delle partecipate pubbliche prossime al cambiamento fanno parte gioielli del calibro di Eni e Enel. Ma anche Enav, Poste Italiane e Finmeccanica sono presenti nell’elenco. In tutto ci sono in palio 400 poltrone. A parte il gruppo timonato da Alessandro Pansa, che appare blindato, per la vetta delle altre controllate non è esclusa una rivoluzione.
Che fine faranno Paolo Scaroni, Fulvio Conti e Massimo Sarmi? Con Letta a Palazzo Chigi qualche riconferma sarebbe stata possibile, ma se al suo posto arriverà il rottamatore allora le cose potrebbero andare diversamente. Vittorio Colao, a capo di Vodafone, è uno dei manager cari al sindaco di Firenze. Per lui potrebbero persino schiudersi le porte del cane a sei zampe. Ma tra i nomi che circolano di più spicca quello di Andrea Guerra, numero uno di Luxottica. Il neo-segretario del Pd lo vedrebbe bene a capo di Enel.
La delega fiscale attende invece il via libera della commissione Finanze della Camera. La riforma del catasto e la revisione degli sconti a famiglie e imprese rappresentano due aspetti centrali del provvedimento.
Tempi stretti per il decreto Destinazione Italia. Il Senato deve dare la sua approvazione entro la fine della prossima settimana. A rischio la compensazione tra cartelle esattoriali e crediti vantati verso la Pa. Il Ddl su Rc Auto, per una riduzione dei costi delle polizze, figlio del decreto Destinazione Italia, dal quale l’intervento sulle assicurazioni è stato escluso prima dell’approdo in Senato, è un altro regalo che Letta lascia al proprio erede.
Resta da finalizzare anche l’accordo con il fisco svizzero. Accordo che se tutto va bene dovrebbe chiudersi entro maggio. O perlomeno è quello che si è augurato nei giorni scorsi il ministro Saccomanni. Attesi 3 miliardi nel 2014, altri 5 nel 2018. Da riversare nel fondo taglia cuneo così da detassare il lavoro. La questione è piuttosto urgente. Ma oltre al patto con il Paese elevetico serve anche un provvedimento nazionale che detti le regoli alle quali dovrà sottostare il rientro dei capitali.
Huffigton Post – 15 febbraio 2014