«Quando raggiungeremo il picco è la domanda delle domande. Le variabili sono così tante da rendere impossibile una proiezione seria». Roberto Battiston, professore di fisica e direttore dell’osservatorio epidemiologico sul Covid all’Università di Trento, continua ad analizzare la pandemia con i numeri. Ma nemmeno questi riescono a fornire uno scenario affidabile.
Professore, che succede?
«Siamo ancora lontani dal picco e questo al netto della variante Omicron che è da vedere che impatto avrà qui».
Poi cos’è accaduto?
«Le scuole sono state riaperte, abbiamo ripreso la vita sociale, è arrivato il freddo e a ottobre l’Rt è passato in pochi giorni da 0,9 a 1,3. E da questo valore non siamo più scesi».
Allora Omicron non c’era.
Esattamente. L’attuale ondata non risente ancora della nuova variante, è conseguenza di un tasso di contagio stabilmente sopra l’1,3 ormai da un paio di mesi, di oltre 6 milioni di persone non vaccinate e qualche evento di massa come le proteste a Trieste».
«Non prima di gennaio e a condizione che non cambino alcuni fattori: campagna per la terza dose che procede spedita, super green pass e vaccini ai 5-11enni».
Si è sempre sostenuto che dopo un paio di settimane dall’introduzione di una misura si sarebbero visti i primi effetti. Non sembra essere così con il super gran pass.
«È vero: in questi giorni avremmo dovuto vedere un rallentamento, ma non è così. Questo non solo per l’Rt alto, ma anche perché è il periodo prefestivo: siamo nel pieno della attività. Eppoi la terza dose l’ha ricevuta solo il 25% della popolazione».
A che quota minima di terze dosi dovremmo arrivare?
«Almeno 50-60%. Va inoltre sottolineato che gli effetti del vaccino ai bambini si avranno tra alcune settimane».
Professore siamo sicuri che non c’entri Omicron?
«Non penso. Basti guardare alle curve di contagio del Regno Unito e dell’Olanda che salgono ripide. Da noi la risalita c’è, è sostenuta, ma non risponde alla logica del raddoppio ogni due giorni».
La fiammata di Omicron in Italia deve ancora arrivare?
«Penso di sì, ma non è detto che le conseguenze saranno uguali a quelle del Regno Unito. Questo grazie al lavoro fatto, alle vaccinazioni con i prodotti migliori (a mRna), alle terze dosi, al green pass e alle mascherine».
Professore martedì ci si aspettavano 26 mila casi, ne sono stati notificati oltre 30 mila.
«E si potrebbe arrivare anche a 50 mila se l’Rt resterà a 1,3 nelle prossime 2-4 settimane. Ma a prescindere da Omicron, che non si sta facendo ancora sentire: questa è la fiammata della Delta».
La vaccinazione, visti i numeri, quindi non serve?
«Al contrario. Proprio grazie ai vaccini i nostri ospedali possono reggere così tanti contagi. Ma con un Rt elevato per troppe settimane anche gli ospedali andranno in affanno».
Il Corriere della Sera