Sono in corso analisi e scambi di informazioni per conoscere l’esatta dimensione di questa che potrebbe essere una nuova epidemia di una malattia tra le più letali e per la quale non esistono vaccini o cure possibili. Le attrezzature mediche trasportate da Medici Senza Frontiere. La situazione dell’epidemia di Ebola nelle aree boschive del sud-est della Guinea sembra in rapida evoluzione. Sono stati infatti registrati altri casi di questa che è annoverata tra le malattie infettive più letali che l’uomo conosca, in Liberia e in sierra Leone. Lo segnala l’Organizzazione mondiale della sanità(OMS), che oggi in un tweet ribadisce come non siano comunque raccomandate eventuali restrizioni di viaggi o commerci da applicare alla Guinea, rispetto a questo fenomeno. Il ministero della Sanità della Guinea ha notificato all’OMS, al 25 marzo 2014, un totale di 86 casi sospetti di cui 63 decessi (con una letalità del 69,7%).
Quattro operatori sanitari sono tra le vittime, mentre sono oggetto di indagine alcuni casi sospetti nelle zone di confine della Liberia e della Sierra Leone. Nel frattempo, le autorità della Guinea hanno messo al bando il consumo di carne di pipistrello, sospettato di essere un veicolo dell’epidemia di febbre emorragica.
I casi sospetti in Liberia e Sierra Leone. Le autorità della Guinea hanno detto che il focolaio di Ebola si è diffuso nelle aree più remote del paese. Le agenzie delle Nazioni Unite e diverse organizzazioni umanitarie, come Medici Senza Frontiere (MSF), sono intervenuti per aiutare la Guinea, uno dei paesi più poveri del mondo, anche nel timore che il virus possa diffondersi nelle nazioni confinanti dell’Africa occidentale, come la Liberia, dove le autorità hanno fatto sapere della morte di cinque persone con infezioni sospette. Stessa cosa in Sierra leone, dove ci sono stati altri due morti nella città di confine di Boidu, anche questi decessi sembrerebbero collegati all’Ebola.
Le autorità della Guinea: “Non si diffonde”. “L’epidemia non si sta diffondendo ad altre regioni “, ha detto il ministro della Salute della Guinea, Remy Lamah Reuters, per telefono dalla zona colpita nella foresta remota. “Le apparecchiature mediche spedite dalle équipe di MSF ci stanno aiutando a controllare l’epidemia”. Un portavoce di MSF ha detto che il numero di infezioni sospette era salito di appena 2 dal martedì a 88, secondo i dati del governo. Altre quattro persone sono morte, tuttavia, portando il bilancio delle vittime a 63. MSF ha fdatto arrivare in Guinea 33 tonnellate di attrezzature mediche, consentendo la creazione di un reparto di isolamento in Gueckedou, l’epicentro del focolaio. Un’altra struttura di isolamento è in fase di realizzazione nella città di Macenta, dove ci sarebbero altri casi spospetti.
Fu scoperta nel 1976 in Congo. Fin dalla sua scoperta nel 1976 nella Repubblica Democratica del Congo, sono stati registrati solo circa 2.200 casi di Ebola. Di questi, 1.500 sono stati fatali. L’epidemia di febbre emorragica era stata rilevata in Guinea già nel febbraio scorso. Gli scienziati hanno identificato il “ceppo Zaire” del virus, come più virulento finora scoperto. Un virus che si ipotizza possa risiedere principalmente nei pipistrelli o in rari focolai negli esseri umani. Alcuni esperti ritengono che potrebbe essere stato portato da pipistrelli provenienti da Africa centrale, dove è più comune. Per scongiurare la trasmissione della malattia, la Guinea ha vietato la vendita e il consumo di pipistrelli e di altri tipi di carne ed ha vietato i funerali pubblici per i morti. I volontari della Croce Rossa della Guinea sono stati disinfestati dopo aver avuto a che fare nelle abitazioni delle vittime con materiali infetti .
Non esiste vaccino né cure conosciute. L’Ebola non si manifesta prima di tre settimane dal momento del contagio; i suoi sintomi sono simili a quelli della malaria e del colera, e questo rende difficile la sua diagnosi, soprattutto in Africa occidentale, dove queste malattie sono endemiche. Il virus provoca inizialmentefebbre violenta, mal di testa, dolori muscolari, congiuntivite e debolezza, prima di trasferirsi in fasi più gravi di causare vomito, diarrea ed emorragie. Non esiste un vaccino e nessuna cura conosciuta. Un team di funzionari della Guinea e di MSF stavano visitando i villaggi per informare le persone sulle possibili misure precauzionali. L’infezione può essere ridotta con misure semplici come lavarsi le mani, indossando guanti, maschere e occhiali protettivi.
La Repubblica – 17 marzo 2014