Primo faccia a faccia tra Enpam, l’ente previdenziale dei medici e i sindacati dei medici che finora non avevano mai varcato in veste ufficiale la soglia della Fondazione.
Motivo: fare chiarezza sulle voci di dissesto dei bilanci dell’ente e su quelle di perdite miliardarie legate a investimenti tossici. Ma anche, cosa che interessa di più i medici. mettere in fila gli ingredienti necessari a coprire il periodo di garanzia che la finanziaria 2007 ha aumentato da 15 a trenta anni.
All’incontro erano presenti Aio, Anaaao-Assomed, Andi, Anpo – Ascoti – Fials medici, Cimo – Asmd, CIPe, Cisl medici, Fassid, Simet, Fimmg, Fimp, Fesmed, Fp Cgil, Federazione medici Uil Fpl, Fvm, Smi, Snami e Sumai. Durante la seduta è stata anche ripercorsa l’intera vicenda sugli investimenti legati a titoli derivati.
A oggi il rischio perdite – ha spiegato l’Enpam – interessa circa il 2,5% del patrimonio (l’importo totale soggetto a rischi è inferiore a 290 milioni di euro), con prospettive di ulteriori miglioramenti.
Per quanto riguarda il raddoppio del periodo di garanzia L’equazione sarebbe semplice: per coprire il raddoppio o si duplicano i contributi o si dimezzano le pensioni. Ma nessuna delle due strade è percorribile. Che i contributi debbano aumentare per assicurare le garanzie future sembra inevitabile, ma l’ente ha assicurato i sindacati che non saranno colpite le pensioni in essere e che tutto avverrà con gradualità. E per garantire anche la massima trasparenza, dopo l’approvazione del bilancio prevista per il 25 giugno, l’Enpam incontrerà di nuovo i sindacati per coinvolgerli nella messa a punto della riforma che dovrebbe essere varata entro novembre proprio per far fronte ai nuovi obblighi di legge. L’alternativa, hanno sottolineato durante l’incontro, sarebbe una forma di detassazione che porti l’aliquota fiscale dal 27,5% attuale dovuta in quanto cassa obbligatoria a quel 12,5% che invece è prelevato ai fondi non obbligatori. Ma il Governo sembra non ne voglia sapere.
Lo stesso ente ha sottolineato che il vero nodo è rappresentato dall’obbligo, imposto dallo Stato, di raddoppiare da 15 a 30 anni l’orizzonte temporale di tenuta delle pensioni. E la Fondazione chiede unità alla categoria per ottenere dal Governo nuove regole che permettano di raggiungere con gradualità l’equilibrio trentennale. «Se a un saltatore in alto spostiamo improvvisamente l’asticella a un’altezza doppia, non riuscirà mai a saltarla – ha esemplificato il vicepresidente vicario dell’Enpam Alberto Oliveti – a meno che non gli si dia un’asta per il nuovo sport e il tempo per imparare a usarla». Nonostante i conti della cassa previdenziale negli ultimi anni siano andati costantemente migliorando, l’innalzamento della speranza di vita obbliga l’ente a fare interventi sulla previdenza. medici e odontoatri, coesi, hanno interesse a ottenere insieme norme che consentano riforme più graduali possibili.
Ai sindacati la Fondazione ha consegnato intanto il bilancio 2010 dettagliato perché lo possano analizzare e «vedere da soli che i conti sono in salute», ha detto nelle premesse il presidente della Fondazione Eolo Parodi, e la relazione della Sri Capital Adviser, la società che ha denunciato le perdite miliardarie, smentite dall’ente che ha già provveduto a mettere in campo pesanti misure giudiziarie contro quelle che giudica diffamazioni.
E su questo argomento è interventua anche la Fimmg: «Ci troviamo di fronte a un ripetuto attacco all’Enpam e agli interessi previdenziali dei medici.
Esprimiamo il pieno sostegno all’Ente, bersaglio da settimane di notizie false su presunte difficoltà finanziarie e irregolarità di bilancio, oltre che di calunnie nei confronti di suoi componenti», ha affermato in una nota Giacomo Milillo, segretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia . Per Milillo, «ci sono forze interessate che alimentano queste false informazioni per un proprio tornaconto. Non escludiamo – conclude – che l’intera categoria medica possa essere chiamata a una mobilitazione in difesa dell’Enpam e dei propri interessi previdenziali».
Altro argomento che sarà oggetto delle modifiche statutarie già in fase di elaborazione, sollecitato proprio dai sindacati, è il peso della rappresentatività, oggi lasciata del tutto agli Ordini professionali. Si cercherà di dare più peso ai maggiori contribuenti: medici di famiglia, specialisti, pediatri e medici convenzionati e privati che hanno il 100% della pensione affidata all’ente, contro appena il 6-7% degli ospedalieri legati all’Inpdap. Ma anche per questo la strada non è in discesa: la legge di privatizzazione dell’ente prevede infatti che siano tutelati gli “interessi originari” dell’ente che, appunto, erano una volta gli Ordini professionali.
«L’operazione di incontro avviata oggi dall’Enpam con i sindacati è un passo avanti importante, ma per rassicurare i medici sulla stabilità economica del proprio ente di previdenza serve anche altro: se le accuse di cattiva gestione rivolte in queste settimane alla Fondazione sono false, si risponda colpo su colpo con querele; se invece sono fondate, chi è politicamente responsabile valuti immediatamente l’opportunità di dimettersi», ha commentato Angelo Testa, presidente dello Snami al termine della riunione. «L’Enpam» prosegue Testa «ha promesso che questo è soltanto il primo di una serie di incontri periodici, nei quali verremmo aggiornati sul lavoro della Fondazione per poter poi a nostra volta informare gli iscritti. Ed è una buona cosa, perché di rapportarsi c’era proprio bisogno». Si è anche parlato di riforma dello statuto: «E’ allo studio la revisione» conferma il presidente dello Snami «e noi abbiamo ribadito la richiesta, già anticipata ieri, di rivedere i criteri della rappresentatività per dare più peso alle componenti della classe medica che maggiormente contribuiscono alle casse della Fondazione».
Anche «il Sumai-Assoprof ribadisce il suo pieno sostegno al Consiglio d’amministrazione dell’Enpam, divenuto nelle ultime settimane obiettivo di notizie non comprovate su presunte irregolarità di bilancio e difficoltà finanziarie oltre che di presunte calunnie nei confronti di alcuni componenti». Lo sostiene Roberto Lala, segretario nazionale del Sumai-Assoprof.
«Questi ripetuti attacchi – sottolinea Lala – avvenuti nelle ultime settimane nei confronti dell’Enpam e degli interessi previdenziali della classe medica non stanno facendo altro che minare la credibilità di un Ente solido che ha sempre mostrato negli anni di avere i bilanci in ordine e alimentare disagio all’interno della categoria».
«Il Sumai-Assoprof – conclude il segretario – nel ribadire il sostegno al Consiglio d’amministrazione dell’Enpam si auspica che quanto prima si possa far luce su chi sta inopinatamente alimentando voci che non fanno altro che recare danno alla categoria».
Sanita.ilsole24ore.com – 17 giugno 2011