Si può essere livcenziati sulla base delle risultanze di un’agenzia investigativa, incaricata dal datore di lavoro di verificare eventuali illeciti. Lo ha stabilito la Cassazione
Si può essere licenziati sulla base delle risultanze di un agenzia investigativa, incaricata dal proprio datore di lavoro di controllare la commissione di eventuali illeciti, purché però l’attività di indagine non riguardi l’ordinaria attività lavorativa.
Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con la sentenza n. 12489/2011 respingendo il ricorso presentato da un cassiere infedele impiegato presso una società di ristorazione.
Secondo i giudici di Piazza Cavour, le disposizioni dello Statuto dei lavoratori, nel limitare i controlli ammissibili da parte del datore di lavoro, infatti, “non precludono a quest’ultimo di ricorrere ad agenzie investigative – purché non sconfinino nella vigilanza dell’attività lavorativa vera e propria, riservata dall’articolo 3 dello Statuto direttamente al datore di lavoro ed ai suoi collaboratori -, restando giustificato l’intervento in questione non solo per l’avvenuta perpetrazione degli illeciti e l’esigenza di verificarne il contenuto, ma anche in ragione del solo sospetto o della mera ipotesi che gli illeciti siano in esecuzione”.
E secondo il giudice di Appello «il controllo dell’agenzia si era mantenuto nei limiti» non investendo dunque la normale attività lavorativa, ma unicamente «le prestazioni del dipendente integranti violazioni di obblighi extracontrattuali penalmente rilevanti».
Corte di cassazione – Sezione lavoro – Sentenza 8 giugno 2011 n. 12489
Ilsole24ore.com – 8 giugno 2011