l medico fiscale che, nel corso della visita, viene aggredito fisicamente dal paziente può reagire picchiandolo.
La Corte di cassazione con la sentenza 25608 (su www.guidaaldiritto.ilsole24ore.com) ribalta la decisione del giudice monocratico e annulla una condanna per lesioni volontarie inflitta dal Tribunale di Siracusa a una dottoressa dell’Inps che aveva deciso di non “porgere l’altra guancia” e, dopo ben due “assalti” della malata, da cui si era recata per una verifica disposta dal datore di lavoro, l’aveva colpita violentemente.
La legittima difesa
Per il giudice di primo grado la reazione del medico, in quanto eccessiva, non poteva essere considerata un atto di legittima difesa. Di parere diverso gli ermellini che si schierano con la dottoressa che, in quella circostanza, era in veste di pubblico ufficiale, affermando la difficoltà di calibrare “a tavolino” l’intensità della reazione a un’aggressione fisica.
La difficoltà di calibrare la risposta
Secondo il collegio di piazza Cavour chi viene “reiteratamente” colpito di regola reagisce come può secondo la concitazione del momento con il solo obiettivo di far cessare “la condotta lesiva”. A meno che, ovviamente, non ci sia una “manifesta sproporzione”. Ipotesi che, nel caso specifico non è stata riscontrata: anche la “paziente” era stata a sua volta condannata per lesioni volontarie.
Ilsole24ore.com – 27 giugno 2011