Marcia indietro sul taglio ai buoni pasto per i dipendenti statali, mentre continua a mancare all’appello il miliardo di euro che era previsto per l’edilizia sanitaria. Il giorno dopo il via libera alla legge di Stabilità, in assenza delle tabelle che diranno nel dettaglio come siano stati distribuiti gli oltre sei miliardi di tagli ai ministeri previsti dalla manovra di Ferragosto, sono i sindacati dei medici, dopo quelli della Pa, a salire sulle barricate, perché senza fondi per le ristrutturazioni, dicono, gli ospedali saranno da rottamare. A chiudere la querelle che si era scatenata per la misura che avrebbe tolto ai lavoratori del pubblico impiego i ticket per le giornate con orario inferiore alle otto ore ci ha pensato in mattinata Palazzo Chigi.
Che, in una nota, ha bollato come «fuori luogo e strumentale» ogni polemica sull’argomento, dal momento che «la norma relativa a una presunta riduzione dei buoni pasto per i dipendenti pubblici non figura nella versione definitiva della legge di Stabilità approvata ieri dal Consiglio dei ministri». Anche perchè, come ha spiegato successivamente il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, attraverso il suo portavoce, ci sono «profili di incostituzionalità e problemi applicativi» per le norme su «buoni pasto ed equo indennizzo».
Se nella versione definitiva del provvedimento sono spariti i tagli ai buoni pasto, non sono però “ricomparse” le risorse che dovevano essere inserite per l’edilizia sanitaria, nonostante il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, si fosse speso (e poi battuto in Cdm) in questo senso. L’ultima chance resta il decreto sviluppo, che dovrebbe vedere la luce la prossima settimana. Intanto, però, aziende ospedaliere e sindacati dei medici puntano il dito contro una misura che, a loro avviso, mette a rischio la sicurezza degli operatori e dei pazienti, proprio mentre si sta parlando di misure per la crescita. «Tagliare i fondi per l’ammodernamento delle strutture sanitarie significa mettere a rischio più di otto milioni di cittadini che si ricoverano, 30 milioni di persone che accedono al pronto soccorso e 800mila operatori sanitari che lavorano negli ospedali» sostiene Costantino Troise, segretario dell’Anaao, il principale sindacato dei medici ospedalieri. Mentre Massimo Cozza, della Cgil Medici, ricorda che «l’età media di costruzione è di 70 anni» e sottolinea che la mancanza di fondi «ci costringe a lavorare in ospedali sempre più vecchi, dispendiosi e non funzionali». Di questo passo, aggiunge Giovanni Monchiero, presidente della Federazione delle aziende ospedaliere (Fiaso), gli ospedali «più che da ristrutturare saranno da rottamare».
Il Ddl stabilità punto per punto
Inps, Inpdap e Inail «nell’ambito della propria autonomia» dovranno ridurre le proprie spese di funzionamento. E questo «in misura non inferiore, in termini di saldo netto, di 60 milioni per il 2012; 10 milioni per il 2013 e 16,5 milioni a decorrere dal 2014.
L’amministrazione autonoma Monopoli dello Stato dovrà ridurre le proprie spese di 50 milioni a decorrere dal prossimo anno. Sono escluse le spese di natura obbligatoria come quelle per il personale.
Niente fondi per l’edilizia sanitaria: secondo quanto si è appreso scompare dalla legge per la stabilità un miliardo di euro per questa voce, voluta dal ministro della Salute Ferruccio Fazio. Il ministro ha votato comunque a favore pur esprimendo il suo dissenso.
Nessun taglio lineare al ministero dei beni culturali che con la la legge di stabilità vede mantenute intatte le proprie spese di funzionamento. Secondo quanto si apprende, il contributo dovuto di 60 mln di euro sarà pagato dal Mibac a partire da 2012 attraverso il disimpegno delle giacenze di cassa più antiche, scelte dal ministero.
Nella bozza della legge di stabilità è rimasto il comma che riscrive la norma sulla destinazione dei proventi aggiuntivi dell’asta per le frequenze 4G: come già emerso dalla prima bozza, non verranno investiti, come previsto inizialmente, nel settore tlc. Gli 1,6 miliardi di euro di maggori ricavi (4 miliardi contro i 2,4 previsti) è infatti destinata per il 50% al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato e per il 50% al fondo del ministero dell’Economia per «interventi urgenti».
Fondi per autotrasporto e Bambin Gesù. In pratica questi 800 milioni saranno spalmati (con successivi Dpcm) su circa una ventina di voci, tra queste anche la Difesa. Gli interventi previsti vanno dall’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma fino alla campagna per le Strade sicure. Ma anche detassazione salari di produttività, 5 per mille, autotrasporto e festa del 4 novembre. Scuole e università non statali, fondo università statali e fondo occupazione.
Il piano per lo sviluppo della banda larga sarà comunque realizzato con appositi fondi della Cassa depositi e prestiti. Lo prevede il testo finale della legge di stabilità. I dettagli dell’operazione e l’ammontare dei fondi – secondo quanto si apprende – saranno definiti nei prossimi giorni.
Quattrocento milioni per l’università, in aggiunta al bilancio 2012, di cui 300 per il Fondo di funzionamento (FfoO) e 100 per interventi di sviluppo del sistema, 20 milioni per gli atenei non statali, 150 milioni per le borse di studio per gli studenti universitari. È quanto prevede sempre la legge di stabilità, secondo un comunicato diffuso dal ministro Mariastella Gelmini.
Niente dirigenti scolastici per istituiti autonomi sotto i 300 alunni. La bozza di legge di stabilità modifica la manovra di luglio che aveva fissato in 500 il limite. La norma riguarda le istituzioni scolastiche autonome che, sotto i 300 alunni, non potranno aver assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato. Queste scuole saranno affidate «in reggenza» a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome.
Pd all’attacco: tagli incidono sulla sicurezza. «Nonostante le rassicurazioni ripetute fino a pochi giorni fa, nonostante la lettera di luglio con cui Maroni avvertì Tremonti che per evitare il collasso del comparto sicurezza era necessario un miliardo di euro, ancora una volta il governo Berlusconi non ha perso occasione per scarnificare ulteriormente quel poco di risorse economiche rimaste. Con i tagli di 60 milioni alle missioni di ordine pubblico e sicurezza e di altri 2 per il vitto di Carabinieri e Gdf in servizio d’ordine fuori sede, si incide ormai sulla carne viva del settore». Lo dichiara Emanuele Fiano, presidente forum Sicurezza e Difesa del Pd. «È vergognoso vedere con quanta noncuranza – dice – i responsabili dei dicasteri interessati accettino senza battere ciglio questo sforbiciate di tale entità. La polizia, i carabinieri e tutti gli operatori del comparto Sicurezza e Difesa si ricorderanno purtroppo a lungo quali effetti abbiano avuto sugli stipendi, la dignità e soprattutto sull’efficienza del loro lavoro le gestioni di Tremonti, Maroni e La Russa».
Il tasso d’inflazione annuo a settembre è salito al 3% dal 2,8% di agosto, annuncia l’Istat, rivedendo al ribasso le stime provvisorie (+3,1%). Resta comunque il livello più alto dall’ottobre 2008. Il dato incorpora solo parzialmente gli effetti dell’aumento dell’Iva. Su base mensile la variazione è nulla.
A settembre il prezzo della benzina è aumentato del 16,3% (dal 16,1% di agosto) su base annua, mentre è diminuito dello 0,4% su base mensile. Il prezzo del gasolio per i mezzi di trasporto è salito del 19,2% in termini tendenziali (in decelerazione rispetto al 20,3% di agosto), segnando un calo dello 0,4% a livello congiunturale.
Debito pubblico torna sotto 1900 miliardi. Nel periodo gennaio-agosto 2011 è proseguita intanto la crescita delle entrate dell’erario, salite di 4,199 miliardi di euro (pari all’1,7%) a 258,241 miliardi . Lo comunica il ministero dell’Economia. Per Bankitalia le entrate dei primi 8 mesi sono a 250 miliardi, in crescita del 2,38% rispetto al corrispondente periodo del 2010. Dal bollettino statistico di via Nazionale risulta che il debito pubblico italiano ad agosto è tornato sotto la soglia dei 1.900 miliardi infranta a giugno.
Le tensioni sui mercati, afferma ancora Bankitalia nel bollettino, «rafforzano l’urgenza di politiche economiche che assicurino il risanamento dei conti pubblici».
Il Messaggero – 16 ottobre 2011