Dopo due rinvii l’Aula della Camera comincerà finalmente ad affrontare la riforma elettorale domani pomeriggio. Ma è scaduto oggi alle 12 il termine per la presentazione degli emendamenti. Sulla carta, visti i tempi contigentati, il testo potrebbe avere il via libera di Montecitorio entro la settimana. Ma il condizionale è d’obbligo.
Restano da sciogliere i nodi politici, a partire da quello del rapporto tra questa riforma e quella costituzionale del Senato (che si dovrebbe trasformare in una Camera delle autonomie locali, non elettiva, ndr), che ha come conseguenza la durata della legislatura. Un banco di prova per Matteo Renzi, sia come premier che come segretario del Pd, visto che alcune insidie vengono proprio dalla sua minoranza interna.
L’emendamento Lauricella
Una delle 270 proposte di modifica finora presentate, il cosiddettto emendamento Lauricella (dal nome del deputato Pd che l’ha scritto, ndr) , stabilisce che la nuova legge elettorale entra in vigore solo dopo l’approvazione della riforma costituzionale del Senato. Una garanzia per tutti che non si corra al voto già ad ottobre, dopo il sì definitivo all’Italicum. L’emendamento, oltre ad essere firmato dagli esponenti della minoranza interna e da Rosy Bindi, è stato ripresentato anche dai deputati di altri Gruppi: Sel, Ncd, Pi, Cd e dagli ex grillini. Su di esso come su altri pende il voto segreto. Ma Forza Italia non vuole sentire parlare di modifiche. Il relatore, Francesco Paolo Sisto (Fi), ha sottolineato che «gli accordi si cambiano in due». Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia è tranchant: «via l’emendamento Lauricella o salta l’accordo».
L’ipotesi mediazione: Italicum valido solo alla Camera
Nei contatti di queste ore tra Renzi e Alfano è spuntata una bozza di mediazione. L’ipotesi di compromesso sarebbe quella di approvare l’Italicum a stretto giro senza legare la sua entrata in vigore alla riforma del Senato, ma la nuova legge elettorale varrebbe solo per la Camera e non per il Senato. Con un effetto deterrente implicito sul voto anticipato. Perché sarebbe difficile immaginare un voto con due sistemi elettorali differenti per Camera e Senato (per quest’ultimo varrebbe il sistema proporzionale uscito dalla sentenza della Consulta che ha sancito l’incostituzionalità del Porcellum). Serve ora il via libera, non scontato, di Berlusconi.
Renzi: legge elettorale indispensabile
Parlando al Senato per la fiducia, lunedì scorso, Renzi ha ribadito l’importanza della riforma elettorale: «il testo è pronto per essere approvato alla Camera e lo consideriamo non solo una priorità, ma una prima parziale risposta all’esigenza di evitare che la politica perda ulteriormente la faccia». La Camera ha programmato 26 ore di dibattito quindi il voto sui 270 emendamenti (entro domani alle 12 se ne potranno presentare altri) potrebbe davvero concludersi tra la fine di questa settimana e quella successiva. Tutto dipenderà dall’accordo tra Pd Ncd e Forza Italia. Non va diomenticato poi che Ncd insiste sull’introduzione delle preferenze, mentre i partiti centristi della coalizione (Udc, Pi, Sc) chiedono un abbassamento delle soglie di sbarramento (attualmente il 4,5% per i partiti in coalizione e l’8% per quelli che corrono da soli).
Zanda: legge elettorale priorità assoluta, entro un mese ok finale
«La riforma della legge elettorale è una priorità assoluta. La Camera ha fatto un buon lavoro e potrà approvarla entro una settimana, al massimo entro dieci giorni», ha confermato oggi il presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, che ha aggiunto: «Poi sarà il Senato ad esaminare il provvedimento e potrà approvarlo in poche settimane. Entro un mese la riforma elettorale sarà legge dello Stato».
Lo schema dell’Italicum: soglia al 37% e sbarramento al 4,5%
I capisaldi attuali dell’Italicum, la riforma elettorale frutto dell’accordo tra Renzi e Berlusconi, sono la soglia al 37% per ottenere il premio di maggioranza del 15%, sbarramento al 4,5% per ottenere seggi alla Camera (che sale all’8% per i partiti che non si presentano alleati in coalizione), e brevi liste bloccate in piccole circoscrizioni in cui vengono eletti 5-6 deputati.
Il Sole 24 Ore – 3 marzo 2014