Superata la prova sul caso Cancellieri, la stabilità delle larghe intese si gioca ora sul braccio di ferro tra i partiti per modificare la legge di Stabilità, attualmente all’esame della commissione Bilancio del Senato. Domani, alle 8:30, scadrà il termine per la presentazione degli emendamenti. Gli uffici legislativi di tutti i gruppi parlamentari sono al lavoro per definire le modifiche.
Il 18 la discussione in Aula al Senato
La Commissione concluderà l’esame dell’ex finanziaria in sede referente entro il 15; il 18 avrà inizio la discussione in Aula. Entro il 15 novembre, poi, la Commissione europea dovrà fornire un primo parere sulla manovra.
Letta incontra i gruppi Pd. Sotto le lente del Pdl la tassazione sulla casa
In serata, probabilmente alle 20, il presidente del Consiglio Enrico Letta perteciperà all’assemblea dei parlamentari del Pd, nell’aula dei gruppi alla Camera, per discutere delle modifiche al disegno di legge. Il Partito democratico punta su pochi emendamenti mirati.
Il Pdl, che ha chiesto di incontrare il premier, guarda alla tassazione sulla casa. Il relatore del Ddl in commissione D’Alì ha chiarito che l’obiettivo è «contenere la tassazione complessiva sugli immobili, non oltre i 21 miliardi che è il gettito del 2012». Le risorse dovrebbero arrivare dai tagli alla spesa pubblica. Nel mirino la Trise, il nuovo tributo per i servizi comunali: «Ci stiamo concentrando sulla tassazione sulla casa per semplificare e per ridurre il pericolo di un aumento della pressione fiscale – ha continuato D’Alì -. Ci sono troppi varchi aperti per un indiscriminato aumento da parte dei Comuni. Si potrebbe quindi ipotizzare una ‘imposta unica comunale sui servizi con un tetto complessivo». Il Popolo della Libertà chiede anche di aumentare le risorse destinate alla riduzione del cuneo fiscale.
Fassina avverte: non ci sono due miliardi per cambiare disegno di legge
Il Governo non chiude a modifiche al ddl ma ricorda che prima di tutto vanno individuate le coperture. E la situazione dei conti pubblici offre margini risicati. «Aspettiamo ora emendamenti coraggiosi che ci permettano di trovare le risorse – confida il viceministro dell’Economia Stefano Fassina in un’intervista a Il manifesto -. Ma le condizioni non ci sono. Il Governo tutto quello che poteva fare l’ha fatto nel disegno di legge. Non ci sono tesoretti coperti, da tirare fuori al momento opportuno. Non ci sono due miliardi, non ce n’è nemmeno uno». Per quanto riguarda il cuneo fiscale, Fassina ricorda che la strada indicata dalla commissione Bilancio del Senato è quella di un tetto ridotto ai 30mila euro per gli sgravi, con 200 euro circa da pagare in un’unica rata, «ma – aggiunge – non è una scelta definitiva. Io non ho obiezioni, ritengo giusto concentrare le poche risorse sulle situazioni di maggiore difficoltà». Attualmente il ddl un taglio per i lavoratori da cinque miliardi nel triennio 2014-2016 (1,5 nel 2014, 1,7 nel 2015 e 1,8 nel 2016) e da 5,3 miliardi per le imprese (1,2 l’anno prossimo, due miliardi nel 2015 e 2,1 nel 2016).
Quanto invece alla Tasi, secondo Fassina «bisogna tener conto anche del numero dei figli». Il tetto al 2,5 per mille va regolato in base «al capitolo detrazioni». La tassazione sulle rendite finanziarie, aggiunge il viceministro, non sarà alzata perché «per colpire i pesci grandi colpiremmo anche i piccoli». Fassina auspica infine lo stop all’aumento Inps per le partite Iva: «Penso che un intervento più ampio sulle cosiddette pensioni d’oro permetterà di fare l’operazione di correzione all’insegna dell’equità».
L’intreccio con la decadenza di Berlusconi
L’intreccio con il voto dell’Aula di palazzo Madama sulla decadenza di Silvio Berlusconi, in agenda il 27, fa sì che la conversione in legge del ddl da parte del parlamento possa risultare tormentata. Senza dimenticare l’ennesima spina nel rapporto tra Pd e Pdl: la cancellazione della seconda rata Imu. Il ministro dell’Economia Saccomanni ha avvertito: trovare le risorse non è cosa facile. E il braccio di ferro continua.
Il Sole 24 Ore – 6 novembre 2013