Rush finale per la legge di stabilità, in vista del varo martedì prossimo. Una manovra che punta a mobilitare risorse per 12 miliardi che possono salire a 15 miliardi con dismissioni e infrastrutture. In primo piano il taglio del cuneo fiscale, per 4-5 miliardi. Previsti 2 miliardi per i Comuni sotto forma di allentamento del patto di stabilità interno.
Tra gli interventi anche uno stanziamento di un miliardo al fondo per le politiche sociali. Non è escluso che parte delle dismissioni venga utilizzata all’interno della manovra. Sull’Iva atteso il via a un’aliquota del 7 per cento. Le coperture arriveranno da spending review, riordino delle «tax expenditures» e agevolazioni alle imprese. Il ministro Saccomanni: «Meno cuneo fiscale con meno spesa». Circa un miliardo andrà a finanziare il fondo sociale, altri cinque a missioni, trasporto locale e 5 per mille Aliquota Iva al 7 per cento.
È partito il rush finale verso l’ok da parte del Consiglio dei ministri, atteso per martedì sera. Nella manovra da 12 miliardi, che può salire a 15 con dismissioni e infrastrutture, in primo piano il taglio del cuneo fiscale, accanto ai capitoli dismissioni e infrastrutture. Diversi addendi sono ancora da comporre ma entro domani sera – assicurano fonti governative – sarà messa a punto la tabella riassuntiva con i singoli interventi. Una vera corsa contro il tempo, per rispettare il timing previsto dalle più recenti norme di contabilità pubblica e dal calendario europeo. Bruxelles dovrà esprimersi in particolare sulla congruità delle misure contenute nel provvedimento rispetto alle raccomandazioni emesse lo scorso luglio dal Consiglio Ue.
Accanto al taglio del cuneo fiscale, che si colloca tra i 4 e i 5 miliardi, compaiono 2 miliardi diretti ai Comuni sotto forma di allentamento del patto di stabilità interno, che vanno a compensare parte del mancato gettito Imu. Quanto al fondo per le politiche sociali e per la non autosufficienza, si ragiona su uno stanziamento di circa 1 miliardo, in cui potrebbe trovare posto anche un avvio del cosiddetto reddito minimo. Completa il quadro un mix di interventi per 4 miliardi destinati alle cosiddette spese indifferibili. Tra queste, il finanziamento delle missioni internazionali di pace per l’intero 2014, il rifinanziamento del 5 per mille, le risorse per il trasporto pubblico locale e quelle dirette ad Anas, Ferrovie. Sul fronte delle dismissioni, non si esclude che – come avvenuto per la “manovrina” – una parte possa essere utilizzata anche all’interno della manovra.
Con la legge di stabilità verranno definite struttura e composizione della nuova «Service tax», cui è affidato il compito di accorpare sia la tassazione sugli immobili che la Tares. Quanto all’Iva, l’ipotizzata quarta aliquota del 7% potrebbe non essere aggiuntiva alle tre attuali aliquote (4%, 10% e 22%). Sostituirebbe una delle due aliquote ridotte, attraverso una rimodulazione complessiva dei beni che riguarderà anche l’aliquota ordinaria. Operazione sulla quale vigila Bruxelles, che peraltro da tempo spinge per una revisione strutturale della principale tra le nostre imposte indirette. Confermato anche il ritorno a cinque anni per la deducibilità delle svalutazioni e perdite su crediti da parte di banche assicurazioni.
Decisivo è il versante delle coperture, che al momento si articola su tre fronti: i risparmi attesi dalla «spending review» (tra breve Carlo Cottarelli si insedierà sulla plancia di comando), il riordino delle «tax expenditures» e il capitolo delle agevolazioni alle imprese. Potrebbe soccorrere anche il maggior gettito atteso dall’intensificarsi della lotta all’evasione fiscale, che tuttavia verrà cifrato solo a consuntivo. Il “peso” relativo da attribuire alle varie modalità di copertura della manovra sarà definito entro domani sera, anche alla luce della ricognizione che il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha condotto con i vari dicasteri di spesa. Di certo, una parte rilevante è attesa proprio dalla spending review che dovrà garantire anche oltre gli ipotizzati 4-5 miliardi per coprire il taglio del cuneo fiscale.
Si lavora anche ai collegati. Tra questi il disegno di legge sul consumo del suolo agricolo, cui ha fatto cenno ieri mattina il presidente del Consiglio, Enrico Letta, nel corso della sua visita a Longarone. La lista dei possibili interventi – lo ha annunciato il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi – anche le risorse per garantire la continuità dei lavori del Mose di Venezia.
Il Sole 24 Ore – 13 ottobre 2013