La Commissione Salute delle Regioni ha scritto nero su bianco in un documento che , appena approvato dai Presidenti questa mattina, sarà consegnato al Governo. Per le Regioni è indifferibile che il fondo sanitario sia mantenuto al di sopra della soglia del 6,5% del Pil. Tra le richieste anche la stabilizzazione dei precari della ricerca tra comparto e dirigenza con uno specifico inquadramento contrattuale e l’attuazione dell’articolo 22 del Patto per la salute 2014-2016 in materia di gestione, sviluppo e formazione delle risorse umane. IL DOCUMENTO.
Copertura delle risorse per i rinnovi contrattuali; iscrizione nei bilanci regionali delle somme che derivano dal pay back farmaceutico; attivazione del Tavolo di confronto con le Regioni per la ridefinizione della governance farmaceutica; incremento di almeno 2.000 unità del numero di studenti ammessi alla formazione specialistica in medicina e chirurgia non solo attraverso le risorse dei bilanci regionali; definizione di nuovi strumenti di programmazione per le assunzioni di personale; investimenti in edilizia sanitaria e tecnologie.
Queste in sintesi le richieste per la sanità – in parte anticipate in una dichiarazione di ieri del coordinatore Antonio Saitta, assessore del Piemonte – che la Commissione Salute delle Regioni ha scritto nero su bianco in un documento che oggi approderà prima alla Conferenza dei presidenti e poi sarà consegnato al Governo per il parere delle Regioni sulla legge di Bilancio, rimandato ormai da settimane in attesa che il Governo si esprima sugli emendamenti ritenuti prioritari dalle Regioni.
“Il mancato finanziamento del contratto del personale dipendente e del personale convenzionato – scrive la Commissione nel suo documento – pari a circa 800 milioni, al netto delle quote già accantonate, non consente la sottoscrizione dei rinnovi, mettendo a rischio la sostenibilità del livello di servizi previsti dai nuovi Lea.
Questi gli aspetti ritenuti essenziali per un parere positivo dal punto di vista sanitario:
– un intervento per definire nuovi strumenti di programmazione per le assunzioni di personale: il vincolo del 1,4 % (-1,4% della spesa del 2004) è ormai anacronistico;
– un intervento per consentire l’iscrizione nei bilanci regionali delle somme che derivano dal pay back farmaceutico per gli anni 2013,2014, 2015 e per il 2016, anche in considerazione che solo per il 2013 e 2014 era stata consentita l’iscrizione di una quota di pay back pari al 90% degli importi contenuti nell’apposita determina Aifa;
– un intervento immediato per l’attivazione del Tavolo di confronto con le Regioni per la ridefinizione della governance farmaceutica;
– un intervento che prenda in considerazione la stabilizzazione dei ricercatori degli Irccs pubblici, degli Izs e dei ricercatori degli altri enti del Servizio sanitario nazionale nel ruolo del comparto e nel ruolo della dirigenza, anche in relazione alla definizione di uno specifico inquadramento contrattuale;
– un intervento per incrementare di almeno 2.000 unità il numero degli studenti ammessi alla formazione specialistica in medicina e chirurgia non solo attraverso le risorse dei bilanci regionali;
– un intervento per favorire gli investimenti in edilizia sanitaria e tecnologie, anche attraverso formule innovative di finanziamento e politiche di valorizzazione del patrimonio esistente.
– un intervento per l’attuazione dell’articolo 22 del patto per la salute 2014-2016 in materia di gestione, sviluppo e formazione delle risorse umane.
La Commissione Affari finanziari delle Regioni esprimerà oggi il suo parere e quella per le Politiche sociali, preso atto del rischio che si possano ripresentare situazioni già verificate negli anni precedenti e cioè la riduzione dei trasferimenti statali alle Regioni in alcuni settori tra cui il Fondo nazionale per le non autosufficienze e il Fondo nazionale per le Politiche sociali, ha invitato i governatori a mettere in atto tutte le possibili iniziative per evitare che tutto ciò si ripeta.
Quotidiano sanità – 6 dicembre 2017