«Il governo sarà al lavoro per chiudere la legge di bilancio». L’indicazione, arrivata ieri sera notte direttamente dal premier Matteo Renzi nel discorso con cui ha annunciato le proprie dimissioni, conferma che l’ultimo impegno del governo da lui guidato punterà a mettere in sicurezza la legge di bilancio. L’obiettivo per tutti resta quello di evitare l’esercizio provvisorio, che rappresenterebbe un colpo troppo duro per i riflessi internazionali .
Il testo è arrivato dalla Camera blindato dal voto di fiducia. I tempi sono stretti, e anche i saldi (che torneranno giusto oggi in discussione a Bruxelles nell’Eurogruppo) lasciano comunque pochi spazi per modifiche. Resta in campo, a maggior ragione per la nettezza dei risultati che hanno prodotto l’annuncio di dimissioni, l’ipotesi di far “ratificare” a Palazzo Madama con un nuovo voto di fiducia la manovra nella versione licenziata dalla Camera.
L’altra strada punterebbe invece ad affrontare in tempi rapidi alcuni temi che a Montecitorio sono rimasti “aperti”: strada complicata per un esecutivo impegnato al «disbrigo degli affari correnti». Tra i nodi aperti si incontra primo fra tutti il rifinanziamento e l’ampliamento degli incentivi fiscali per la ristrutturazione e riqualificazione energetica degli edifici ai condomini e alla prevenzione antisismica. Gli altri spazi di intervento potrebbero riguardare anche le banche (ma si parla anche di un decreto ad hoc), con le correzioni chieste dalla Banca d’Italia al finanziamento del Fondo di risoluzione, alle Dta e una possibile soluzione al nuovo inciampo sulla riforma delle popolari. Ci sono poi gli enti locali con la ripartizione dei fondi per regioni, comuni, province e città metropolitane; la semplificazione dei bilanci delle imprese alle prese dal 1° gennaio 2017 con i nuovi principi contabili; i giochi con il taglio di circa il 33% delle new slot dagli esercizi commerciali.
L’articolo 2 del ddl di Bilancio è il solo a non essere stato affrontato nel corso della prima lettura alla Camera. Governo e maggioranza hanno tentato fino all’ultimo di arrivare a una riformulazione degli emendamenti presentati dai gruppi cercando di unificare le possibili modifiche in un solo emendamento. In particolare si trattava di tenere insieme l’allargamento degli eco-bonus ai condomini anche per interventi finalizzati al fotovoltaico e alla bonifica dell’amianto. A questo si voleva aggiungere l’estensione agli incapienti dell’accesso al credito d’imposta per gli interventi sulle parti comuni dell’edificio per riqualificazione energetica e prevenzione antisismica. Questi soggetti, con la modifica ipotizzata, potrebbero cedere il loro credito non solo alle imprese che eseguono i lavori ma anche alle banche. Il costo dell’intero pacchetto valutato in non meno di 400 milioni ha frenato l’ipotesi, lasciando aperta a Montecitorio soltanto la strada per gli incapienti, ossia quei condòmini che non avendo disponibilità delle detrazioni fiscali in molti casi finiscono per bloccare i lavori. Anche di questa modifica, come di quelle su amianto e fotovoltaico, si potrebbe tornare a discutere.
Sulla semplificazione dei bilanci l’emendamento prima presentato dal Governo alla Camera e poi ritirato puntava a una semplificazione per le imprese, che avrebbe consentito una gestione più semplice delle ricadute fiscali delle novità di bilancio 2016, con minori oneri amministrativi e finanziari. A fronte di alcune semplificazioni introdotte, anche recentemente con il decreto fiscale collegato alla manovra, e che, in concreto, non risultano tali si è persa l’occasione per introdurre una vera riduzione degli obblighi fiscali e civilistici, obbligando circa un milione di imprese a un complicato doppio binario nella gestione del bilancio e nella determinazione del reddito ai fini Ires e dell’Irap.
Sui giochi l’operazione di riduzione delle slot negli esercizi commerciali dopo un anno di trattative tra Governo ed enti territoriali potrebbe concretizzarsi con un taglio degli apparecchi di circa il 33%. Resta sempre sul tappeto l’ipotesi di recuperare i 167 milioni mai pagati dalla filiera delle slot rispetto ai 500 milioni che il Governo aveva chiesto come anticipo del Preu (il «prelievo erariale unico»). I sindaci, dal canto loro, attendono dalla manovra anche un ampliamento del turn over, che oggi è limitato a un quarto delle uscite con l’eccezione degli enti fino a 10mila abitanti e di quelli che dedicano agli stipendi meno del 25% delle spese correnti. Oltre a questo, le amministrazioni premono per interventi su riscossione, gestioni associate e Città metropolitane. Ma tutto dipende da come si deciderà di gestire l’ultima tappa parlamentare della legge di bilancio.
In attesa delle scelte della politica, da valutare insieme al Quirinale, domani la commissione Bilancio di Palazzo Madama, presieduta da Giorgio Tonini (Pd) lavorerà sul calendario per la seconda lettura, con l’obiettivo di chiudere definitivamente il cantiere dei conti 2017, anche con un terzo passaggio a Montecitorio, appena prima di Natale. Sempre che non arrivi la fiducia a chiudere subito i giochi.
Marco Mobili e Gianni Trovati – Il Sole 24 Ore – 5 dicembre 2016