Uno sgravio contributivo fino a 8mila euro per un anno alle imprese che assumono a tempo indeterminato giovani eccellenze: i laureati magistrali under 30 con 110 e lode tra il 1° gennaio 2018 e il 30 giugno 2019 in regola con la durata legale del corso di studi. E nuove assunzioni di personale alla Consob per potenziare l’azione sulle controversie finanziarie in funzione di una maggior tutela dei risparmiatori danneggiati dai crack bancari, che vedono il Fondo per gli indennizzi salire a quota 525 milioni l’anno nel triennio 2019-2021. Il tutto per raggiungere l’obiettivo dichiarato dal governo di coinvolgere 300mila risparmiatori, azionisti compresi. Aprendo un nuovo confronto con la Ue. Ma anche flat tax al 15% su quanto percepiscono i docenti per lezioni private e ripetizioni, stretta sui vitalizi regionali, cedolare secca al 21% sugli affitti limitata ai piccoli negozi (fino a 600 metri quadrati). E pacchetto famiglia da 100 milioni l’anno con assegnazione gratuita per 20 anni di terreni agricoli dismessi ai nuclei con tre figli. Sono solo alcune delle novità dell’ultima versione di ben 115 articoli del disegno di legge di bilancio che domani dovrebbe approdare in Parlamento, dopo il necessario “sigillo” del Quirinale.
Un testo su cui ancora ieri si sono apportate le ultime limature anche a seguito di un nuovo vertice a Palazzo Chigi tra il premier Conte e il ministro dell’Economia Tria. Tra le conferme, la decontribuzione piena per chi assume nelle otto regioni del Sud giovani e over 35 disoccupati da almeno sei mesi, il taglio dell’Ires sugli utili reinvestiti dalle aziende con la contemporanea abolizione di Iri e Ace. E lo stop alle clausole Iva, integrale nel 2019 e parziale nel 2020 e 2021.
Per pensioni e reddito di cittadinanza restano solo i due nuovi mega fondi (da 15,7 miliardi complessivi l’anno prossimo e 16 dal 2020), a vasi comunicanti con una sostanziale funzione di “rubinetto”. Meccanismi e norme vengono demandati a due appositi disegni di legge collegati che andranno ad aggiungersi a quelli già annunciati nelle scorse settimane: dalle correzioni al codice appalti al testo unico sul lavoro passando per la giustizia. Una decisione dovuta a difficoltà tecniche nella definizione dei due interventi (soprattutto sul fronte del reddito di cittadinanza) ma di fatto anche funzionale a mantenere aperto il dialogo con Bruxelles sul deficit fino a metà novembre quando il governo dovrà comunicare alla Commissione Ue se intende accogliere o meno la richiesta di cambiare la manovra. E non è improbabile che l’esito del confronto possa condizionare la tempistica per la presentazione dei due provvedimenti.
In ogni caso quota 100 e reddito di cittadinanza decolleranno non prima della prossima primavera e, quasi sicuramente, saranno accompagnati da un meccanismo di monitoraggio sulle risorse impiegate. Una sorta di clausola “frena-spesa”, già evocata da Tria, di cui alcune prime tracce sono visibili nell’ultima versione del Ddl di Bilancio soprattutto nel capitolo sul rafforzamento degli investimenti dove si obbligano i ministeri a dare conto il 15 settembre di ogni anno sullo stato di utilizzo dei finanziamenti e che fissa le modalità di eventuale revoca degli stanziamenti.
Tra i tagli già messi nero su bianco quello alle spese per l’accoglienza dei migranti che si ridurranno di 400 milioni il prossimo anno e di 1,2 miliardi nel biennio seguente. Resta in linea con quanto già previsto per il 2019 la dote per il fondo sanitario nazionale che si irrobustisce di altri 2 miliardi nel 2020 e di 1,5 miliardi nel 2021. Ai contratti degli statali (in primis per la vacanza contrattuale e la perequazione) vengono destinati 4,2 miliardi nel triennio. Per le imprese si allunga fino al 2024 (e non più fino al 2023 come ipotizzato nei giorni scorsi)il rifinanziamento della Nuova Sabatini: pronti 48 milioni per il 2019, 96 milioni dal 2020 al 2023 e altri 48 per il 2024. Per le altre misure sugli investimenti delle imprese si conferma un ridimensionamento e un orientamento a favore delle Pmi.
IL SOLE 24 ORE
Marco Rogari
Claudio Tucci
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