Adesso è ufficiale: quando i sottosegretari del governo Monti in sede di lavori di commissione si dicono favorevoli o meno a una data legge forse scherzano. E cosa effettivamente pensino lo diranno, il giorno dopo, su Twitter.
I manuali di diritto costituzionale, in fatto di procedimento e legislazione sono decisamente da riscrivere. Infatti, ieri l’altro, il governo concordava «in linea di principio con l’istituzione di una nuova tassa sugli animali domestici». Parola di Gianfranco Polillo, sottosegretario all’Economia appunto, in commissione Bilancio della Camera a proposito di una proposta di legge che mira a introdurre «Norme in materia di animali d’affezione e di prevenzione del randagismo e tutela dell’incolumità pubblica». La legge prevede, in via generale, che «i Comuni possono deliberare, con proprio regolamento, l’istituzione di una tariffa comunale al cui pagamento sono tenuti i proprietari di cani e gatti e destinata al finanziamento di iniziative di prevenzione e contrasto del randagismo». Il provvedimento che, tra l’altro, prevede la creazione di un’anagrafe degli animali d’affezione, ha terminato il suo iter in commissione Affari sociali e ora attende il parere delle altre commissioni. Poi ieri, non in Parlamento ma su Twitter, la smentita: «Tranquilli: nessuna tassa sugli animali domestici. Era solo una battuta»: così, con un “cinguettio” su Twitter, il sottosegretario Polillo, nella lingua degli uccellini, pone fine alle polemiche sull’ipotesi di una tassa sugli animali domestici; chissà se cani e gatti hanno capito. Nel frattempo si era scatenato il mondo politico e quello ambientalista. Credendo si trattasse di una cosa vera, Maurizio Gasparri, presidente del gruppo Pdl al Senato, era insorto e aveva rassicurato milioni di italiani: «Al Senato una legge simile non passerà mai». Non poteva mancare nel coro Michela Brambilla (Pdl), animalista della prima ora: «È qualcosa di sciagurato. Possedere un animale domestico è un diritto che deve essere garantito, anche per il ruolo sociale che svolgono gli animali, pensiamo alle persone sole. Poi c’è da dire che gli animali sono dei veri e propri membri della famiglia, allora cosa facciamo, tassiamo i figli?», si era domandata l’ex ministro del Turismo. E Jole Santelli (Pdl) scova anche il colpevole (Rodolfo Viola, Pd, che si difende: «Anche l’Anci era d’accordo e poi un cane a pensione costa 3 euro al giorno») «che per dare copertura finanziaria alla legge sul randagismo aveva proposto il balzello con il voto contrario del Pdl». Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi, parla di «livelli surreali di tassazione», che peraltro si somma a una tassa già esistente, quella per il microchip. Stiano tutti tranquilli, diffidino i parlamentari di quel che i colleghi dicono in commissione o in Aula, e, piuttosto, stiano attenti a Twitter e Facebook. Porta a Porta è ormai un pallido ricordo del Parlamento.
Il Sole 24 Ore – 20 maggio 2012