di Filippo Tosatto. Volano gli stracci nell’alleanza di centrodestra che governa il Veneto. Con il capogruppo della Lega, Federico Caner, che denuncia le «fughe in avanti» dell’alleato pidiellino e chiede una verifica nella maggioranza.
Con i “duri” del Pdl – lo speaker Dario Bond, Piergiorgio Cortelazzo, Costantino Toniolo – che liquidano la sortita come uno scampolo di «vecchia politica». Al di là del teatrino, è lo specchio di un logoramento nei rapporti tra i partner della coalizione, destinato probabilmente ad acuirsi nell’ultimo scorcio di legislatura.
I retroscena? La spaccatura nella maggioranza sullo scioglimento di alcune società partecipate dalla Regione – 4 in tutto, con il salvataggio in extremis della quinta – definito una «farsa» dai leghisti ma approvato grazie al voto congiunto di Pdl-Pd. Le parole grosse volate in prima commissione tra il segretario generale di Palazzo Balbi, Tiziano Baggio, e i vertici pidiellini, con il corollario di un vivace battibecco tra Caner e il numero due della giunta Marino Zorzato, che si accusano a vicenda di seminare di discordia.
Né hanno contribuito a rasserenare gli animi la frattura in aula sul referendum indipendentista e l’anomalo svolgimento del consiglio straordinario sul Vajont, con Luca Zaia «silenziato» a beneficio del presidente dell’assemblea Clodovaldo Ruffato.
Ma c’è altro e c’è di più. «Io non inseguo le beghe, mi importa quello che la nostra amministrazione è in grado di garantire ai veneti nell’anno e mezzo che ci separa dalle elezioni», rincara Caner «non posso accettare le fughe in avanti di Bond, Cortelazzo e Toniolo perché rispondono a logiche personali di consenso e danneggiano il lavoro comune. Un esempio? Nel nostro programma quinquennale figura lo sfoltimento drastico di enti e società, viceversa il Pdl si allea con l’opposizione per varare tagli di facciata, i cui vantaggi in termini di risparmio sono irrisori. Questo non va. La verifica? Sì,chiedo un codice di comportamento che impegni consiglieri e assessori: la linea di condotta va decisa insieme prima, non a margine della discussione o in corridoio». Musica per le orecchie del sempre più insofferente gruppo “padano”.
E il trio pidiellino chiamato in causa? Replica con una nota congiunta dal tono sarcastico: «Chiedere verifiche di maggioranza, soprattutto se motivate da questioni personali e non politiche, sa di politica vecchia e denota una grande debolezza. Piuttosto occupiamoci di tutti quei temi che interessano il Veneto e i veneti, dal sostegno delle imprese all’utilizzo dei fondi comunitari, passando per le garanzie bancarie e il taglio delle spese inutili della macchina burocratica»; frecciata finale: «Spiace constatare che il capogruppo del Carroccio, complici i suoi incarichi politici nazionali, che lo hanno portato in giro per il Nord, sia stato spesso poco incisivo e poco sul “pezzo”. Il nostro augurio è che possa riprendere l’energia perduta nell’ultimo sprazzo di legislatura».
Il Mattino di Padova – 12 ottobre 2013