Troppi «conflitti di interessi» all’Efsa di Parma, e quindi stop alla certificazione del bilancio 2010 per l’Agenzia europea sulla sicurezza alimentare, che da pochi mesi ha traslocato nella nuova sede di viale Piacenza. La Commissione di controllo dei bilanci del Parlamento europeo ieri ha rinviato la certificazione sul budget 2010, oltre che l’Efsa, per quella dell’ambiente (Eea) di Copenaghen (per le spese per la «facciata verde» della sede di Copenaghen e per viaggi «per formazione sulla biodiversità» ai Caraibi e nel Mediterraneo) e quella dei farmaci (Ema) di Londra. All’Efsa è stato contestato il fenomeno delle «porte girevoli», ovvero il travaso di dirigenti dall’industria alimentare e degli ogm all’agenzia stessa e viceversa.
Tra gli altri casi la relazione parlamentare osserva che nel 2010 era emerso che il presidente del consiglio di amministrazione era «direttamente collegato all’industria alimentare» e «membro del Cda dell’Interna tional Life Science Institute Europa».
L’Efsa ha risposto ieri con un comunicato in cui sostiene di «aver messo in atto una serie di meccanismi per salvaguardare l’indipendenza delle sue consulenze scientifiche». Il comunicato, a firma del portavoce Ian Palombi, ricorda che nel dicembre 2011 l’Efsa «ha adottato una nuova politica sull’indipendenza e sulle decisioni scientifiche che riassume tutte le misure messe in campo dall’Efsa per assicurare l’indipendenza del suo lavoro scientifico e salvaguardare la sua integrità scientifica. Una politica adottata dopo una vasta consultazione pubblica, incluso un seminario con le parti interessate».
Nel marzo 2012, continua l’Efsa, la politica di indipendenza dell’Agenzia «è stata ulteriormente rafforzata con principi più chiari, trasparenti e severi per tutti coloro che lavorano per l’Efsa: esperti scientifici, staff, membri della Direzione e organizzazioni terze, inclusi impresari esterni». Non è la prima volta che l’Efsa finisce nel mirino per le sue consulenze scientifiche.
Nell’ottobre 2007 l’associazione «ItaliaEuropa – Liberi da Ogm» (che raggruppa 29 organizzazioni») inscenò una manifestazione davanti all’ex sede di viale Mentana sostenendo che l’Efsa non era credibile perchè non faceva studi autonomi ed indipendenti sui dossier presentati dalle multinazionali del cibo nel valutare i rischi Ogm. «L’Efsa si limita a leggere i dossier delle multinazionali del biotech», aveva detto Federica Ferrario di Greenpeace. Più di recente, nel marzo 2009, l’ex ministro per le Politiche comunitarie Andrea Ronchi si è detto deluso dal lavoro dell’Efsa: «Deve cambiare basi e mentalità, diventare funzionale, produttiva e incisiva».
fonte: La Gazzetta di Parma – 31 marzo 2012