Non volendo affrontare le patologie del paese: inefficienza allocativa della spesa pubblica, evasione fiscale, corruzione, economia criminale, anche questo governo cerca un sistema alternativo al “buon governo” e si avvia verso scelte di politica economica “trompe l’oeil”.
La prima iniziativa originale è stata l’erogazione di 80 euro recuperati dalla fiscalità generale. La seconda sarà, salvo rinsavimento e modifiche, lo spostamento del TFR in busta paga, sempre per rilanciare i consumi, quindi la ripresa.
Esattamente quello che avrebbero dovuto fare i rinnovi contrattuali fatti con le risorse pubbliche e private necessarie, che non ci sono perché non si abbassa il costo del lavoro, visto che il lavoro è l’unica fonte certa di prelievo fiscale.
Anche il Governo della svolta buona non vuole scovare i patrimoni accantonati illegalmente e così ricorre ai soldi che i lavoratori hanno messo da parte. Un vero e proprio illusionismo contrattuale che relega i lavoratori in una condizione di nuova sudditanza, ad un regime economico che svaluta il lavoro, e lo paga con gli stessi soldi dei lavoratori.
Senza una lucida ridefinizione della questione del TFR si arriverà molto presto alla totale destrutturazione del sistema del welfare, del risparmio destinato alla fine lavoro, della previdenza e della assistenza per le fragilità della fase finale della vita.
Un mondo nuovo in cui i lavoratori sono spinti a cannibalizzare i loro risparmi e con questi a fagocitare inconsciamente i loro diritti sociali.
Con la complice ottusità e l’indolente ignavia di una parte, imperdonabilmente troppo grande, dei sindacati. Poi si passerà alla cannibalizzazione tra lavoratori, ma questo non sarà più un tema per i sindacati, perché i sindacati non ci saranno più.
Aldo Grasselli – Roma, 2 ottobre 2014