Dopo la nomina di Zanonato allo Sviluppo si rafforza la presenza nei dicasteri chiave
Dopo Flavio Zanonato, neo ministro dello Sviluppo economico, nella girandola di nomine del nuovo Governo guidato da Enrico Letta il Veneto incassa a Roma anche due sottosegretari, stavolta all’Economia. Si tratta di Alberto Giorgetti (Pdl) e Pierpaolo Baretta (Pd). Insieme ai vice ministri Stefano Fassina (Pd) e Luigi Casero (Pdl) saranno al fianco di Fabrizio Saccomanni nella gestione del delicatissimo dicastero chiamato a tirar fuori l’Italia dal pantano della crisi. Alberto Giorgetti, 45 anni, veronese, scuola ex An ed ora coordinatore regionale del Pdl, è al secondo giro nel ruolo. Parlamentare da cinque legislature, è stato infatti sottosegretario all’Economia anche nell’ultimo Governo Berlusconi, quando alla guida via XX Settembre c’era Giulio Tremonti. Laureato in economia e commercio, Giorgetti (spesso confuso con l’omonimo Giancarlo della Lega Nord, anche lui esperto di questione economiche e non a caso ex presidente della commissione Bilancio) è stato fin dal principio inserito tra i papabili per un posto da sottosegretario.
Lo stesso può dirsi di Pierpaolo Baretta, 63 anni, veneziano, ex sindacalista della Cisl formatosi tra i metalmeccanici di Porto Marghera e di lì assurto fino alla segreteria nazionale del sindaco, braccio destro di Raffaele Bonanni. E’ al secondo mandato come parlamentare (era capolista nel collegio Veneto 2). Appartenente all’area del Pd che fa riferimento a Dario Franceschini, nella corsa alla poltrona da sottosegretario ha sicuramente goduto della notorietà raggiunta durante il governo Monti, quand’è stato relatore della manovra finanziaria in coppia con l’agguerrito pidiellino Renato Brunetta, in un anticipo di quelle che sarebbero poi state le «larghe intese » del Governo Letta. Giorgetti e Baretta, uomini del Nordest come Zanonato, saranno ora degli «osservati speciali», chiamati all’arduo compito di dare risposte qui e ora ad un territorio, il Veneto, che da sempre fa dall’Economia la sua stella polare. Li attendono onori, certo, ma di qui in avanti anche grandi oneri. A proposito del Nordest: finisce in un nulla di fatto la richiesta avanzata dai presidenti delle Confindustria di Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia di avere un vice ministro o un sottosegretario alle Infrastrutture, ministero scorporato dallo Sviluppo economico dopo l’esperienza di Corrado Passera, ed ora guidato dal pidiellino Maurizio Lupi.
Vice ministro sarà infatti Vincenzo De Luca mentre i sottosegretari saranno Erasmo de Angelis e Rocco Girlanda. E si chiude con l’amaro in bocca pure la giornata dei tanti, parlamentari e non, che per giorni hanno aspirato ad un ruolo prestigioso, per quanto di seconda fila, a cominciare dall’avvocato bellunese Maurizio Paniz, che difese Berlusconi in parlamento perorando la causa della «nipote di Mubarak» e che i rumors della vigilia volevano in predicato di un posto da sottosegretario proprio alla giustizia (con gran arrabbiatura del popolo di Twitter, che subito ha lanciato l’hashtag #nopaniz). Con meno convinzione erano circolati fino a sera anche i nomi di Giorgio Santini, ex vice segretario nazionale della Cisl (chissà, magari qualcuno s’è confuso con Baretta, vista la comune militanza sindacale) e di Maurizio Castro, in quest’ultimo caso soprattutto dopo che si è diffusa la voce (infondata) che vice ministri e sottosegretari sarebbero stati tutti «non parlamentari ». Nuova delusione anche per Laura Puppato: a lungo data come possibile sottosegretario all’Ambiente, e dopo che lei stessa si era data per possibilista al Lavoro, deve accontentarsi di rimanere un senatrice «semplice ».
Marco Bonet – Corriere Veneto – 3 maggio 2013