Dalle 14 di oggi, la Commissione Igiene e Sanità del Senato ha proseguito il ciclo di audizioni informali sullo schema di Dpcm che riforma i Livelli essenziali di assisitenza, invariati dal 2001 ad oggi. Il Sivemp ha rilevato una sostanziale crescita delle richieste di prestazioni sistematicamente sotto finanziate ed erogate ad invarianza di risorse e con una progressiva contrazione ed invecchiamento degli organci e, in una nota consegnata oggi alla Commissione, sottolinea che non possano essere garantiti stabilmente Livelli essenziali di assistenza di adeguata qualità nella precarietà del rapporto di lavoro e delle garanzie contrattuali di chi tali prestazioni è chiamato ad erogare. Pertanto il Sindacato italiano dei veterinari di medicina pubblica chiede con forza soluzioni definitive per la stabilizzazione dei veterinari precari di Asl, Izs, Regioni e Ministero della Salute. Entrando nel merito specifico il Sivemp ha rilevato che le attività di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare negli ultimi quindici anni hanno avuto molte innovazioni.
Essendo per la gran parte definite e cogenti per l’incessante subentrare di norme sovranazionali di origine europea tramite gli organismi della Commissione e di disposizioni che derivano addirittura da organismi di livello mondiale quali l’Oie, il Codex Alimentarius, l’Efsa, il Who, ecc.
La stesura di nuovi LEA, quindi, raccoglie per sommi capi i campi di intervento dei medici veterinari pubblici senza molto dire rispetto alle specifiche e ineludibili attività previste quali compiti di istituto obbligatori.
Tuttavia, il provvedimento tiene conto di alcune innovazioni strettamente nazionali. Innovativo ed attuale è il LEA “Gestione delle emergenze da fenomeni naturali o provocate”, come ha dimostrato il recente sisma che ha visto la necessità di attivare un servizio sul campo a supporto delle popolazioni colpite.
Innovativo è anche il LEA “Soccorso agli animali a seguito di incidente stradale”, che discende dal nuovo Codice della strada e che – come noi chiedemmo – doveva essere ricompreso nei LEA per non lasciare i Veterinari ASL di fronte a un obbligo deontologico e giuridico di soccorso animale senza avere la possibilità di effettuare tale intervento – anche il più elementare – senza incorrere nel rischio di vedersi contestato il “danno erariale” o l’arbitrario esercizio della professione clinica in orario di pronta reperibilità, laddove non fosse stato previsto da disposizioni locali che il veterinario pubblico doveva assumersi tale complessa responsabilità anche avvalendosi di risorse pubbliche per effettuare il pronto soccorso in modo appropriato.
Da questi nuovi compiti d’istituto, ancora privo di un’impostazione metodologica pienamente condivisa e condizionato dalla diversità urbana/rurale delle condizioni applicative rischiamo, in assenza di una chiara definizione di Livelli Essenziali Organizzativi minimi di vedere nascere – come spesso accade – le più svariate ipotesi organizzative.
Altro aspetto delle funzioni veterinarie definitivamente consolidato riguarda la “valutazione comportamentale dei cani morsicatori e aggressivi ai fini della tutela dell’incolumità pubblica”. L’argomento attribuisce ai servizi veterinari il compito di certificare le caratteristiche comportamentali dei cani. Questa attività sarà oggetto di impegno della ricerca e della prassi veterinaria pubblica una volta individuate le risorse professionali necessarie e un approccio quanto più uniforme possibile tra le varie Regioni.
Una nuova e reiterata funzione riguarda la “rendicontazione” delle attività ai cittadini, agli operatori sanitari e alle istituzioni delle attività svolte dai servizi. Un compito che spesso è stato relegato nel campo della buona volontà o della libera iniziativa e che, invece, diventa sempre più basilare per “far sapere” ciò che si sa fare e si sta facendo per la tutela della salute umana e animale.
Infine, emerge chiaramente l’importanza dell’intervento veterinario nelle attività informative e divulgative presso gli OSA, presso gli allevatori e presso i cittadini consumatori o detentori di animali.
A fronte di tutto ciò siamo costretti ad evidenziare come le sole attività di cui si è tenuto conto con la previsione di un finanziamento aggiuntivo siano le vaccinazioni, con il serio e concreto pericolo di sottostimare in quanto non finanziato altrettanto finalizzato quelle che concernono obiettivi di sicurezza alimentare, benessere animale e medicina veterinaria pubblica attraverso un’adeguata gestione dei rischi che incombono sul sistema uomo/animale/ambiente”.
6 dicembre 2016