Le Ulss vicentine e bellunesi indicano Alessandro Testolin, Adriano Marangoni, Fernando Rigon. Dando la priorità al primo. La Fondazione Cariverona sceglie invece Sandro Caffi. La scelta riguarda il consigliere che, in base allo statuto della Fondazione, viene nominato su designazione congiunta dei direttori generali delle Ulss delle province di Vicenza e di Belluno.
Sono state quindi disattese le indicazioni concertate dai tre direttori generali Giovanni Pavesi, diVicenza-Arzignano, Giorgio Roberti, di Bassano-Thiene, e Adriano Rasi Caldogno, di Belluno-Feltre. Il consiglio generale della Fondazione insedia fra i banchi della sede veronese un nome che esula dai desiderata delle tre aziende. Così il dg Pavesi scrive al presidente della Fondazione Alessandro Mazzucco, ex rettore dell’università di Verona. Il manager berico, di residenza e scuola scaligera, manifesta disappunto e rammarico per il trattamento ricevuto. Il succo della missiva (del tutto riservata) e il significato della protesta sono questi: «Non è stata rispettata la volontà delle Ulss, nessuno ci ha informati, e siamo rimasti tanto male. Ci saremmo aspettati almeno una telefonata dal consigliere che avete designato e dovrebbe rappresentarci, ma non ha chiamato ne si è fatto vedere». Pare che la risposta di Mazzucco sia stata asciutta. Il professore avrebbe spiegato che si è proceduto a norma di statuto, citando il comma 7 dell’articolo 9, il quale, sancisce che «quando l’ente o i soggetti cui compete la designazione non vi provvedano entro la data stabilita il consiglio generale effettuerà la nomina direttamente e in piena autonomia». Dietro il botta e risposta c’è un retroscena. La terna su cui operare la scelta era stata chiesta nell’autunno scorso. Incaricato dai colleghi vicentini e bellunesi di tirare le fila l’ex direttore generale di Bassano Antonio Compostella. Sennonché, fra una cosa e l’altra, si è perso tempo, e a Verona sarebbe arrivata una terna rabberciata. Terna respinta per incompatibilità di uno o più dei nomi indicati, con la richiesta di ripresentare una nuova lista di candidati entro al massimo metà dicembre (del 2015). Solo che, intanto, i vecchi dg sono arrivati a scadenza, c’è stata la riforma delle Ulss, la nota della Fondazione è rimasta sulle scrivanie, e, quando Pavesi l ‘ha presa in mano, termini di presentazione e proroga erano già trascorsi da un pezzo. Il neo dg è andato a parlare con Mazzucco, gli ha spiegato che soltanto ora le Ulss berico-bellunesi erano in condizioni di fornire una terna accettabile. Sembra pure che Mazzucco non abbia opposto obiezioni. Invece, così non è stato. E per Pavesi la sorpresa è stata doppia.
L’Arena – 4 giugno 2016