Il Corriere della Sera. Sta andando meglio degli obiettivi fissati dalla struttura commissariale. Significa che i target comunicati alle Regioni in questi giorni di dicembre dallo staff di Francesco Figliuolo erano troppo prudenziali. Quello che sta succedendo è un cambiamento dei comportamenti innescati da una psicologia collettiva che porta ad un’inaspettata — almeno in queste proporzioni — corsa alle terze dosi, visto l’aumento dei contagi dettati da un indice di trasmissibilità sopra la soglia epidemica. Assistiamo dunque a un divario medio di quasi 80 mila somministrazioni al giorno tra le ambizioni del governo e la realtà.
Un dato trascinato dagli studi sulla discesa della copertura vaccinale dopo cinque mesi dalla seconda dose e da una rinnovata apprensione per la crescita delle ospedalizzazioni, anche se in minima parte di vaccinati. Tra il 1° e il 3 dicembre l’obiettivo era di 400 mila punture al giorno. E invece il primo del mese ne sono state fatte 454.567, il 2 dicembre 480.126, il 3 dicembre 501.136, comprendendo anche le seconde dosi. Sabato 4 dicembre l’asticella era fissata a 350 mila e la macchina delle Regioni ha raggiunto quota 442.824. Ieri dovevano esserne fatte 300 mila, le proiezioni che arrivano da gran parte delle regioni — in testa Veneto, Lazio e Lombardia — registrano un superamento nonostante il giorno festivo.
L’effetto è determinato da un boom delle dosi booster oltre a una crescita delle prime dosi che segnala quanti stiano aderendo alla campagna nonostante le diffidenze. Guardando le curve vaccinali per decadi anagrafiche sta avvenendo un fenomeno mai registrato neanche durante la prima fase della campagna, quando però le forniture erano minori e quindi maggiormente scadenzate. Cioè, al netto degli over 80 (la cui curva delle dosi sta scendendo anche perché è già stata coperto il 55,66% della platea), in tutte le altre fasce la curva sta decollando verso l’alto. Significa che ogni nuovo giorno fa registrare un aumento di somministrazioni rispetto al precedente in tutte le fasce d’età. Questo andamento verrà sconfessato solo dalla giornata di ieri, domenica, in cui anche il personale sanitario negli hub è ridotto e gli slot di prenotazioni minori. Nella fascia 70-79 anni sabato 4 dicembre record di 72.602 richiami. Tra i 60 e i 69 anni picco di 77.108, tra i 50 e i 59 anni nuovo record a 82.209. Tra i 40 e i 49 anni aumento a 48.251, tra i 30 e i 39 anni record di 27.089 terze dosi, tra i 20 e i 29 anni 20.363 richiami, tra i 12 e i 19 anni 13.716.
Inevitabilmente si sta erodendo la disponibilità di vaccini. Nei frigoriferi ci sono ora 6,6 milioni di dosi. Un cuscinetto di sicurezza che verrà smaltito in appena due settimane se questo ritmo dovesse essere mantenuto. Poco male, i contratti negoziati dall’Italia permettono di programmare le forniture in anticipo.
Ma il dato che il governo legge con attenzione riguarda le prime dosi. I non vaccinati sono 7,4 milioni, ma stanno diminuendo al ritmo di 30 mila al giorno. Ci si aspetta che questa velocità possa rimanere immutata nei prossimi giorni per effetto dei controlli sull’obbligo di green pass rafforzato che esclude da oggi il tampone da tutte le attività sociali: dalla cena al ristorante al caffè al bar, dal cinema agli stadi. E poi ci sono 6 milioni di under 12 da coprire. La fascia 5-11 anni è appena stata sdoganata dall’Aifa e comincerà le inoculazioni dalla seconda metà di dicembre.