Le attese di sindacati, banche e imprese. Governo, l’ipotesi di congelare i ticket
ROMA – «Serve uno scatto in avanti» dice Susanna Camusso, leader della Cgil. «Bisogna agire subito perché la Borsa non va in ferie» incalza Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, mentre dal mondo delle imprese il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli esorta «a non perdere più tempo» e Ivan Malavasi, portavoce di Reteimpresa che riunisce le piccole aziende dell’artigianato e del commercio, chiede «un altro atto straordinario di coesione della politica» come quello dell’approvazione lampo della manovra due settimane fa. Manovra in cui si sta delineando un nuovo congelamento, perlomeno per il 2011, del ticket sanitario previsto. Così come chiedeva Umberto Bossi, il leader della Lega che ha proposto in alternativa l’introduzione di una tassa sul fumo.
Tra i firmatari dell’appello al governo per ricostituire la credibilità sui mercati di fronte agli attacchi contro l’Italia comincia a circolare l’impazienza. Abi, Confindustria, sindacati e le associazioni di artigianato, commercio agricoltura e cooperative aspettavano a stretto giro una convocazione o una presa di posizione forte da parte del premier Silvio Berlusconi. Ed invece sono arrivati, ma rimanendo senza seguito, gli apprezzamenti all’iniziativa dei ministri dell’Economia, Giulio Tremonti e del Welfare Maurizio Sacconi. Un’azione più decisa è giunta invece dal Pd che dopo aver sollecitato un dibattito parlamentare sulla crisi col segretario Pier Luigi Bersani, ha chiesto ufficialmente ai presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, con una lettera dei due capigruppo, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro di chiamare il capo del governo a riferire sulla crisi finanziaria prima della chiusura estiva.
Le parole non bastano, servono i fatti. Ed è urgente agire per ridare credibilità ai mercati che hanno tempi brevissimi di reazione, tornano a dire i protagonisti di quell’iniziativa. Delusi dal governo, che, dicono, sembra assistere indifferente all’aumento del differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli, i più affidabili, della Germania; al pericoloso avvicinamento alla Spagna nella zona rischio dei Paesi periferici dell’Europa; al ripido sali e scendi della Borsa penalizzante per le banche, che oggi valgono circa 70 miliardi, più o meno lo stesso valore di un anno fa del solo Unicredit. Pur avendo migliorato, come dice l’Abi, conti e patrimonio. A Palazzo Altieri, come in Viale dell’Astronomia si sta pensando ad una nuova iniziativa ma per ora c’è l’attesa per la riapertura dei mercati dopo il week end. «Forse noi potremo dare alcune indicazioni sul che fare. Ma l’offerta politica deve allargarsi per rispondere ai mercati» aggiunge Malavasi, mentre Sangalli insiste sull’esigenza di dare avvio «ad una fase 2 di sostegno alla ripresa e di spinta alla coesione sociale dopo la messa in sicurezza dei conti pubblici». La politica «sta andando appresso alla palla sbagliata. Chiediamo subito la convocazioni delle parti sociali e anche dell’opposizione per un’operazione verità» insiste Bonanni, mentre per Camusso il governo «deve cambiare agenda politica oppure si deve fare da parte».
Corriere.it – 31 luglio 2011