Rispetto al passato sarà uno sgravio molto più concentrato sui redditi più bassi. A differenza degli altri interventi di riduzione del cuneo fiscale, gli sgravi sul lavoro annunciati dal nuovo esecutivo di Matteo Renzi saranno infatti appannaggio esclusivamente dei meno abbienti: a beneficiare dell’operazione saranno solo i contribuenti che dichiarano fino a 25 mila euro di reddito lordo annuo.
Chi guadagna di più, dunque, non avrà alcun vantaggio, mentre finora gli interventi di riduzione del cuneo fiscale, ultimo quello varato per il 2014 dal governo di Enrico Letta, avevano interessato anche i redditi superiori a 25 mila euro, sebbene con un’intensità decrescente, destinata ad annullarsi completamente una volta superata la soglia dei 55 mila euro lordi annui.
Se l’impianto del provvedimento ricalcherà le linee indicate mercoledì dal premier, sarebbero fuori dai benefici anche gli incapienti, cioè coloro che dichiarano meno di 8 mila euro l’anno e già non pagano l’Irpef, ma anche i lavoratori autonomi e i pensionati. Lo strumento del nuovo intervento sul cuneo fiscale sarà infatti quasi certamente la specifica detrazione Irpef per i redditi da lavoro dipendente, che si applica in cifra fissa sui redditi più bassi, ed in proporzione sugli altri, e che sarà rafforzata. La detrazione fissa, sui primi 8 mila euro di reddito, appena portata dal governo Letta a 1.880 euro, potrebbe aumentare di parecchio, anche più del doppio.
L’obiettivo del governo è quello di concedere uno sgravio fiscale che potrà arrivare a mille euro netti annui per i contribuenti nella fascia di reddito compresa tra 15 e 20 mila euro, quella dove si concentrerà la maggior intensità del bonus. In media sarà pari a circa 80 euro netti al mese, e nelle intenzioni del governo dovrebbe essere evidenziato da un’apposita voce nella busta paga.
Restano fuori pensionati, incapienti e la maggior parte dei lavoratori autonomi: solo gli studi che hanno organizzazioni stabili e dipendenti a carico potranno usufruire della riduzione dell’Irap a favore delle imprese che scatterà dal primo maggio. Il taglio, che nel complesso vale circa 2,5 miliardi di euro l’anno, dovrebbe consentire un abbattimento dell’Imposta sulle attività produttive del 10%.
Mario Sensini – Corriere della Sera – 14 marzo 2014