Il testo definitivo del programma giallorosso prevede una dote più robusta per il welfare e nuove politiche di welfare per i giovani appartenenti a famiglie a basso reddito. Nessuna indicazione su quota 100. Per le pensioni si punta sulle pensioni di garanzia per i lavoratori con carriere discontinue e sulla proroga di opzione donna
Nessuna indicazione sul destino di quota 100. Ma ripetuti riferimenti alla necessità di irrobustire le risorse e le politiche per il welfare. Con due punti fermi sul terreno previdenziale: l’introduzione delle cosiddette pensioni di garanzia per i giovani e la proroga di opzione donna, la via agevolata per l’uscita anticipata delle lavoratrici.
Al programma definitivo del Governo Conte-2, sostenuto da una maggioranza giallo-rossa, è stata apportata più di un’integrazione rispetto alle bozze iniziali dopo le ultime riunioni del premier con le delegazioni di M5S e Pd. Tra le priorità individuate ci sono la «necessità di incrementare politiche di welfare rivolte ai giovani che provengono da famiglie a basso reddito» e la valorizzazione, « a livello normativo, della figura del “caregiver”, attraverso il riconoscimento della sua funzione sociale».
Pensione di garanzia
Il programma giallo-rosso punta a incrementare il Fondo previdenziale integrativo pubblico, includendo la pensione di garanzia con l’obiettivo di assicurare ai giovani con carriere discontinue una reale copertura previdenziale. Il tema, caro al Pd ma sul quale ha mostrato sensibilità anche il M5S, era stato affrontato due anni fa dal Governo Gentiloni con i sindacati (e ancora prima dal Governo Renzi). Era stata anche abbozzata una prima proposta “apripista” che mirava a a rendere cumulabile, a differenza di quanto accade oggi, il basso trattamento che matureranno tra 20-30 anni i giovani nati dagli anni ’70 in poi (interamente “contributivi”) con assegni di tipo sociale o con altri strumenti di sostegno al reddito per le fasce più povere. E, al tempo stesso, prevedeva di eliminare il vincolo dell’assegno Inps da 1,5 volte il minimo per consentire ai lavoratori con carriere discontinue di accedere a un’uscita più flessibile senza così correre il rischio di dover posticipare il pensionamento molto dopo il compimento dei 70 anni di età.
Opzione donna
La possibilità per le lavoratrici con 35 anni di contribuzione e 58 anni di età (59 se “autonome”) è stata reintrodotta per il solo 2019 dall’ultima legge di bilancio varata dal Governo Conte-1. Il nuovo esecutivo conta ora di prorogare la misura.
Quota 100
Il programma “giallo-rosso” non fornisce alcuna indicazione. La nuova maggioranza sembra orientata a non rinnovare questo strumento per l’uscita anticipata dopo la fine della sperimentazione triennale (nel 2021) prevista dall’ultima manovra. Ma si sta anche cominciando a valutare la possibilità di uno stop anticipato di un anno e di una revisione immediata per restringere un po’ la platea anche alla luce del tasso di adesione ridotto rispetto alle previsioni iniziali (-30%).
Centralità al Welfare
Nell’agenda definitiva del Governo Conte-2 il Welfare è centrale, insieme al taglio del cuneo per i lavoratori e alla spinta agli investimenti”green”. È anzitutto previsto l’irrobustimento delle risorse destinate fin qui su questo versante. Viene poi considerata come rotta obbligatoria quella di incrementare le politiche di welfare per i giovani che provengono da famiglie a basso reddito e di valorizzare a livello normativo la figura del “caregiver”, ovvero di chi si prende cura dei propri familiari. Confermata l’intenzione di ricorrere a un assegno unico per le famiglie, in primis a basso reddito e con disabili.