Vaccini gratis per tutti, prestazioni di procreazione medicalmente assistita a carico del Servizio sanitario nazionale non più solo in regime di ricovero ma anche ambulatoriale, esenzione dal ticket per l’endometriosi e 118 malattie rare — la celiachia passa invece nell’elenco delle patologie croniche, come la Broncopneumopatia —, terapia del dolore e trattamenti contro la ludopatia garantiti. Sono le novità dei Livelli essenziali di assistenza rivisti dal ministero della Salute insieme alle Regioni e ufficializzati dal decreto appena firmato dal premier Paolo Gentiloni. «Un passaggio storico per la sanità italiana», ha twittato venerdì sera il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
Ma per il Veneto cosa cambia? «Sul fronte dei vaccini, niente — assicura la dottoressa Francesca Russo, a capo del Dipartimento regionale di Prevenzione — da noi sono già gratis per la popolazione target inserita nel calendario vaccinale, cioè bambini, adolescenti e anziani, e per i soggetti a rischio. I richiami e l’antitetanica sono gratuiti per tutti, in più non pagano il trivalente contro morbillo-parotite-rosolia nè l’anti-varicella gli studenti universitari, le donne in età fertile, i giovani adulti e gli insegnanti. Ma in altre regioni d’Italia tutto ciò era soggetto a ticket, quindi il ministero ha voluto uniformare l’offerta». In Veneto nulla cambia nemmeno sui vaccini a pagamento per «i non aventi diritto» , cioè anti meningococco B e C e pneumococco. Il costo varia da 41 a 50 euro, contro i 70 e oltre versati nel resto d’Italia. La Regione ha infine esteso da quattro anni la vaccinazione contro il papilloma virus ai maschi e, dove necessario, ai genitori degli adolescenti a rischio. «L’anti-pneumococco è gratis anche per gli over 65, ai quali lo consigliamo più del meningococco, perchè a quell’età ha una maggiore incidenza — aggiunge il dottor Antonio Ferro, presidente per il Triveneto della Società italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità pubblica e responsabile del sito regionale VaccinarSì —. Il provvedimento contenuto nei nuovi Lea è comunque un segnale importante, perchè richiama ancora una volta l’attenzione sul valore inderogabile della prevenzione. Ci si può vaccinare nella propria Usl».
Sempre in tema, Palazzo Balbi ha avviato i gruppi di lavoro per tracciare le linee attuative della delibera che impone la presentazione del certificato vaccinale del bambino negli asili con copertura sotto il 90%.
L’altro fronte caldo è la procreazione assistita. Finora la somma dei ticket delle varie prestazioni ambulatoriali per l’omologa (gameti maschili e ovociti della coppia) comportava un costo di circa 400/500 euro per la tecnica «Fivet» e fino a 700/800 per la «Icsi». Importo al quale bisognava sommare l’acquisto di ovuli in caso di eterologa (almeno 1500 euro in più). Adesso sono a carico non più dei pazienti ma dell’azienda sanitaria pubblica o convenzionata coinvolta l’intero ciclo di trattamento e «tutte le prestazioni di raccolta, conservazione e distribuzione di cellule riproduttive finalizzate all’eterologa». «Ora si tratta di decidere dove comprare gli ovociti — dice il professor Gianni Nardelli, primario della Clinica di Ginecologia e Ostetricia dell’Azienda ospedaliera di Padova — da due anni noi medici chiediamo un bando europeo per individuare i centri esteri più idonei, altrimenti non possiamo partire con l’eterologa. Le richieste sono molte, ma non abbiamo ovociti. Quanto all’omologa, 400 coppie all’anno escono di qui con un bambino, ma quelle che ci provano sono molte di più. Riesce ad esaudire questo grande desiderio una coppia su quattro».
Il Corriere del Veneto – 15 gennaio 2017