Il Def al Consiglio dei ministri Alla ricerca delle risorse Oggi il via libera alla nota di aggiornamento. Primo giro di tavolo per il DI Digitalia in vista nel 2012 Pil in calo del 2,1-2,2% dell’approvazione attesa la prossima settimana
Governo alla ricerca delle coperture per il decreto sviluppo-bis. Tra start up, banda larga, carta d’identità elettronica, infrastrutture e altre misure minori all’appello mancherebbero non meno di 400 milioni. II compito di reperirli toccherà in prima battuta al ministero dello Sviluppo con la supervisione dell’Economia. Alcuni nodi potrebbero essere sciolti già oggi pomeriggio dal Consiglio dei ministri che darà il via libera alla nota di aggiornamento al Def. Sui conti pubblici non sono attese novità di rilievo rispetto a quanto anticipato nei giorni scorsi su questo giornale. L’Esecutivo prenderà atto della drastica frenata dell’economia, già registrata dall’Istat con riferimento al secondo trimestre dell’anno (-0,8% su base congiunturale e-2,6% su base tendenziale), e rivedrà al ribasso il target di Pil stimato in aprile: da -1,2% a -2,1/-2,2%, con una conseguente crescita dell’indebitamento dall’1,7 al 2,2 per cento. Un peggioramento che non avrà effetto però sull’impegno di raggiungere il pareggio di bilancio in termini strutturali (cioè al netto delle variazioni del ciclo economico) nel 2013. E sempre l’anno prossimo la crescita sarà attesa intorno allo zero. Nel corso del Cdm odierno potrebbe fare un primo giro di tavolo anche il provvedimento messo a punto dai tecnici dello Sviluppo economico. Per il suo varo bisognerà attendere almeno la prossima settimana a meno che il Governo non decida di rimandarne l’approvazione a dopo la legge di stabilità che è attesa in Parlamento entro il 15 ottobre. Anche se, al momento, quest’ultima ipotesi sembra aver perso quota perché farebbe slittare di parecchie settima-ne il varo di un Dl che è in rampa di lancio da prima dell’estate e che è stato definito in più occasioni un aiuto a risolvere l’emergenza crescita che attanaglia il nostro Paese. II lavoro di rifinitura che attende i tecnici dell’Esecutivo non è semplice. Dal confronto dei giorni scorsi tra Sviluppo, Economia e Ragioneria dello Stato sono emersi diversi problemi di copertura finanziaria. A partire dall’articolo 2 della bozza di decreto (su cui si veda il Sole 24 Ore del u settembre) che prevede la nascita del documento unificato carta d’identità elettronica-tessera sanitaria. Ebbene, per renderla effettivamente operativa servirebbero 85 milioni. Ma un approfondimento di discussione lo meritano pure le norme sui documenti di riconoscimento e la possibilità di inviare in via telematica i certificati di nascita e di morte. Difficoltà in vista anche per le misure volte ad azzerare il digital divide. Dei 150 milioni stanziati riprogrammati dallo Sviluppo per il completamento del piano nazionale banda larga ce ne sarebbero in dubbio circa ioo. Senza contare il rischio di possibili minori entrate che, secondo il Mef, potrebbero annidarsi dietro la disposizione sugli scavi di infrastrutture a banda larga e ultralarga. Sempre in tema di infrastrutture va segnalato il punto interrogativo che circonda gli sgravi sulle nuove opere. L’idea di incentivarle rimane, ma il credito d’imposta del 50% su Ires e Irap potrebbe lasciare il posto a una versione riveduta e corretta della detassazione degli investimenti voluta dall’ex ministro Giulio Tremonti nella scorsa legge di stabilità e già corretta dal Dl Sviluppo-uno. Sotto osservazione c’è poi il corposo pacchetto di sgravi alle start up. A far discutere sono soprattutto il contratto tipico che lo Sviluppo avrebbe dovuto mettere a punto con il Lavoro e l’Iva per cassa perle start up innovative che rischia di produrre un calo di gettito non quantificato. A questi si aggiungono i 5o milioni di oneri prodotti sia dalla creazione di una sezione ad hoc nel Fondo di garanzia sia dall’estensione a questa tipologia di imprese dell’utilizzo del Fondo italiano di investimento. Sarebbero state sospese infine alcune misure di semplificazione per le Pmi, a cominciare da quelle in materia di privacy. Sul punto servirà un lavoro di raccordo con il Dl sulle semplificazioni-bis che lo Sviluppo sta elaborando insieme alla Funzione pubblica. E che potrebbero anche confluire nella versione definitiva del Digitalia.
LA PAROLA CHIAVE
Banda larga
La “banda larga” è un sistema che consente di fornire all’utente collegamenti internet (o su reti locali) di velocità notevolmente superiore rispetto a quelli concessi dalla normale rete telefonica. La più tipica banda larga è quella assicurata dalla connessione tramite fibre ottiche. Ma con tale espressione si intende anche la banda dei sistemi mobili di telecomunicazioni di terza generazione. Lo sviluppo delle connessioni veloci è uno dei punti del decreto sviluppo bis del Governo, con l’obiettivo di eliminare il digital divide e accelerare la crescita dei servizi legati alla rete
Il nodo-coperture
Tra le misure sotto osservazione dell’Economia e della Ragioneria dello Stato c’è innanzitutto l’articolo 2 della bozza di Dl che prevede la nascita del documento unificato carta d’identità elettronica-tessera sanitaria. Per renderla operativa servirebbero 85 milioni. Ma un approfondimento di discussione lo meritano pure’ documenti di riconoscimento nella Pa e certificati di nascita e morte in via telematica
START UP
Più complicato ancora è il destino del pacchetto di sostegno alle start up. Nel mirino c’è il contratto tipico che lo Sviluppo avrebbe dovuto mettere a punto con il Lavoro e l’Iva per cassa per le sta rt up innovative. Senza dimenticare i 50 milioni di oneri prodotti sia dalla creazione di una sezione ad hoc nel Fondo di garanzia che dall’estensione dell’utilizzo del Fondo italiano di investimento
Il Sole 24 Ore – 20 settembre 2012