Nell’ormai lontano 2021 vennero approvati quasi contemporaneamente quattro provvedimenti regionali dai rispettivi Organi, finalizzati a modificare gli assetti organizzativi delle aziende sanitarie e, in generale, dei servizi sanitari di quelle Regioni. Si tratta del Lazio, della Puglia, della Calabria e dell’Emilia-Romagna che hanno adottato tali importanti interventi: i primi tre sono la legge regionale del Lazio n. 17 del 10 novembre 2021, la Dgr Puglia n. 2074 del 6 dicembre 2021 e la legge regionale Calabria n. 32 del 15 dicembre 2021 che intendevano allineare Lazio, Puglia e Calabria ad altre Regioni riguardo all’istituzione di enti sovraziendali con competenze trasversali. La Giunta pugliese ha altresì deliberato l’istituzione dell’Azienda della Prevenzione. Il quarto intervento è la legge n. 17 del 26 novembre 2001 dell’Emilia-Romagna che costituisce invece una innovazione assoluta.
Con la costituzione della azienda “Lazio.0” e delle “Azienda Zero” in Puglia e in Calabria vengono create realtà sovraziendali che accentrano e unificano molte funzioni, in particolare quelle tecnico-amministrative, così come avvenuto in passato in Toscana (Estar), Friuli Venezia Giulia (Arcs), Veneto (Azienda zero), Liguria (Alisa). Con l’altra legge richiamata la Regione Emilia-Romagna prevede che al Direttore generale e ai Direttori sanitario, socio sanitario (nelle Asl territoriali) e amministrativo si unisca nelle Direzioni strategiche anche il Direttore assistenziale. Secondo i proponenti della legge lo scopo è quello di rafforzare la governance dei processi organizzativi, garantendo una più compiuta visione d’insieme, capace di valorizzare tutte le professionalità presenti, generando una maggior capacità di rispondere ai bisogni dei cittadini.
Le innovazioni istituzionali e organizzative di cui si parla sono evidenti ma, ad oggi, si deve rilevare che i percorsi di attuazione in tutti e quattro i casi non sono a tutt’oggi completati in via definitiva e, pertanto, non sono operative le nuove aziende né sono stati nominati nelle aziende sanitarie emiliano-romagnole i direttori assistenziali. Le tre nuove aziende “trasversali” non sono ancora effettive sul campo e dalle notizie di stampa non è dato capire quando lo saranno. Riguardo alla nomina dei Direttori assistenziali, per tutto il 2022 si sono avute vicende confuse e contorte in merito ai requisiti da richiedere ai candidati e un bando pubblicato a gennaio 2022 è stato sospeso per le polemiche intervenute. I punti controversi – ed erano importanti – vennero da me segnalati su questo sito il 18 luglio dello scorso anno. Ora sembra che alcuni aspetti si siano chiariti e la tempistica della riapertura dei termini dovrebbe essere entro la fine del mese di febbraio; ho comunque la sensazione che i problemi sono siano finiti qui. Per completezza c’è da segnalare che anche la Provincia autonoma di Trento ha deciso di istituire la figura del Direttore assistenziale con il Ddl 12 agosto 2022, n. 160 sul quale proprio in questi giorni sono iniziate le consultazioni istituzionali; ma si è già innestata una vivace diatriba con l’Ordine dei medici.
A un anno e mezzo dalle decisioni assunte, le modifiche istituzionali sono in stallo: questa particolare situazione ha forse a che fare con il percorso di autonomia differenziata? Credo proprio di no, perché le scelte fatte dalle Regioni in questione rientravano già nelle competenze esclusive riservate alle Regioni e se mai si attuasse il Ddl Calderoli non cambierebbe in sostanza nulla. Semmai queste vicende sono segnaletiche di un’altra circostanza, cioè quella che vede come sia diventato “maledettamente difficile” il governo della Sanità, non solo negli aspetti squisitamente assistenziali, ma anche nei suoi aspetti organizzativi e istituzionali. Le idee evidentemente ci sono ma la loro realizzazione concreta deve attraversare percorsi pieni di insidie di natura giuridica, politica (forse sarebbe meglio dire: partitica), sindacale nonché finanziaria.
Stefano Simonetti Il Sole 24 Ore sanità