Le guardie zoofile non potranno “vigilare” sulla caccia, né reprimere reati legati alla protezione di animali. Fatta eccezione per i cosiddetti animali domestici. A deciderlo è stato il Consiglio di Stato che ha rigettato l’appello proposto dalla Lega Anti Caccia contro l’ordinanza del Tar del Piemonte. I magistrati della suprema corte hanno stabilito che “le guardie giurate non sono agenti di pubblica sicurezza” e quindi “non possono avviare operazioni di vigilanza autonoma, a esclusione dei reati che coinvolgano gli animali domestici”. Per effettuare dei controlli, fatta eccezione appunto per i cosiddetti animali d’affezione – dovranno quindi avvalersi della collaborazione di agenti che abbiano deleghe di polizia giudiziaria.
“…Oggetto del presente giudizio è la corretta interpretazione dell’art. 6, secondo comma, della legge 20 luglio 2004, n. 189, individuata la quale non rileva il fatto che alcune amministrazioni abbiano, sbagliando, eventualmente seguito interpretazioni differenti. Osserva il Collegio – si legge nella sentenza – che la norma è, in realtà, univoca, nell’affermare che le guardie particolari giurate delle associazioni protezionistiche e zoofile riconosciute partecipano alla vigilanza sul rispetto della stessa legge e delle altre norme relative alla protezione degli animali con riguardo agli animali di affezione, e la precisazione “con riguardo agli animali di affezione” esclude la partecipazione degli stessi soggetti alle suddette attività. Diversamente opinando, infatti, l’inciso non avrebbe alcun senso”.
Il nodo della questione erano in particolare i decreti con i quali il Prefetto di Torino, nel rinnovare le nomine di questi ultimi a guardia volontaria zoofila, ne aveva limitato l’applicazione alla vigilanza sui soli animali d’affezione. Potranno quindi partecipare a programmi gestiti da enti pubblici, ma non svolgere un’attività autonoma di vigilanza. Il Consiglio di Stato, nel respingere l’appello, ha compensato integralmente le spese del giudizio “in ragione della parziale novità delle questioni trattate”.
17 novembre 2016 (Repubblica)