I servizi veterinari delle Usl ci sono e continuano a fare il loro lavoro, in base alle competenze che la legge ha loro assegnato. Qualcuno si chiederà perché sentiamo la necessità di rimarcare concetti scontati, soprattutto tra gli addetti ai lavori. E’ presto detto: in questo momento un po’ confuso sotto il cielo veneto sembra che neppure “il chi fa che cosa” all’interno dei Dipartimenti di prevenzione, infatti, sia più così scontato. E se ad alimentare la poca chiarezza ci si mettono i giornali o le stesse aziende sanitarie con la loro comunicazione la faccenda rischia di diventare seria. Facciamo un esempio di questi giorni. Il Giornale di Vicenza di sabato 16 novembre pubblica un servizio sui controlli al pesce crudo servito in una trentina di ristoranti cittadini. Partiamo dai titoli, dove si fa riferimento a un non meglio esplicitato “servizio di igiene”.
L’azione, si riferisce nell’articolo, è coordinata dal responsabile del dipartimento di prevenzione ed è stata ideata dal direttore del Sian.
Ed è a loro che l’articolista affida la valutazione dei risultati dei controlli sul prodotto ittico: parecchie irregolarità ma nessuna che possa mettere seriamente a rischio la salute dei vicentini.
E’ solo nella seconda parte del servizio che viene concessa brevemente la parola a un veterinario, citato proprio così, come “veterinario”. Noi sappiamo che è un veterinario pubblico dipendente dei servizi veterinari dell’Ulss 6, ma tali servizi non sono mai citati. E persino quando si riferisce che sempre quello stesso veterinario ha avviato un’indagine con il servizi di promozione ed educazione alla salute dell’Ulss, quest’ultima struttura viene citata ma quelle veterinarie no.
Certo a fare confusione nell’architettura dei Dipartimenti di prevenzione può essere stato il cronista… Se non fosse che proprio in questi giorni ci viene segnalato il Manuale operativo per la prevenzione “Salute e sicurezza nella lavorazione delle carni” della stessa Ulss 6 di Vicenza, elaborato e firmato dal solo Spisal.
La particolarità risiede nel fatto che il Manuale non si occupa solo di impianti, sicurezza dei lavoratori e antinfortunistica (come è giusto e corretto) ma anche di ispezione delle carni. Alla presentazione viene allegata una scheda di rilevazione delle violazioni igienico-sanitarie che lo Spisal in prima persona riscontrerà e segnalerà al servizio di igiene degli alimenti di origine animale della stessa Ulss. Nel proporre un incontro agli operatori del settore alimentare si annuncia la presenza degli “operatori dello Spisal e di un veterinario” (anche qui non meglio qualificato).
Noi non dubitiamo per principio delle buone intenzioni degli altri. E apprezziamo la volontà di fornire uno strumento normativo e di buone prassi ai produttori. Siamo altresì convinti però che i servizi dei Dipartimenti di prevenzione, ciascuno con le proprie competenze, che sono stabilite per legge, debbano concorrere tutti con pari dignità alle attività formative multidisciplinari e ispettive. Solo la collaborazione, il rispetto reciproco, il riconoscimento delle specificità delle conoscenze dell’altro portano a quella sinergia che è indispensabile alla buona riuscita di qualsiasi intervento sanitario.
Piccole accortezze, per carità, ma che possono fare la differenza
Leggi l’articolo del Giornale di Vicenza “L’Ulss fa la radiografia al pesce crudo. Raffica di controlli nei ristoranti, riscontrate diverse irregolarità. Vanzo (Sian) «Ma non rappresentano un rischio serio per la salute». Piz: «Intensificheremo i controlli»
A cura del Sivemp Veneto – 18 novembre 2013