Governo, regioni , sindacati, società civile e gli speculatori. Ecco chi sono i protagonisti del “gioco della sanità”. Chi chiede (o chiederà) nuovi tagli, chi più risorse e chi vorrebbe continuare a fare affari indisturbato.
Chi la spunterà? Più volte, ho sostenuto che la sanità non è considerata come meriterebbe, penso che ciò sia dovuto in primo luogo ad una dolosa ambiguità dei giudizi. Vi è chi dice che sia uno sfascio, altri la migliore del mondo. Tra “gap” e “glut”, vale a dire giudizi che ammettono gap di verità “né veri e né falsi”, e giudizi che ammettono glut di verità “tanto veri quanto falsi”, (Truth value gap/truth value glut).
Per quanto in sanità si tenda all’idolatria dei dati di spesa, alla fine i giudizi su di essa sono ambigui perché dipendono dalle convinzioni politiche di chi la giudica, dagli interessi in ballo, dalle differenze geografiche, dalle esperienze personali. Le discussioni sulla sostenibilità, sul sistema multi pilastro, sulle mutue, ne sono un imbarazzante esempio. Se la sanità come si dice è “tutto sommato buona”, non ha senso che essa sia una priorità e meno che mai che essa abbisogni di riforme, anche se i dati sono tanto gap quanto glup. Se la sanità è “tutto sommato buona ma insostenibile” essa diventa una anti-priorità contro i cittadini perché toglierà loro i diritti costituzionali, anche se i dati sono tanto gap quanto glup.
L’ambiguità dei giudizi quindi è il primo problema della sanità e negli ultimi anni molti sono stati ambigui. Ministri, assessori regionali, direttori generali, non che non avessero da lamentarsi ma per loro il problema non era la “sanità”, cioè non era ontologico, ma sempre fenomenologico: le Regioni che sprecano, il Governo che non dà i soldi, le autonomie negate, l’universalismo insostenibile, il “dare tutto a tutti”, ecc. E i diritti? Le tutele? I servizi? Il lavoro? La salute? Le diseguaglianze? Le regressività? Le diseconomie? La corruzione?
Le vittime del gap e del glup sono i cittadini e gli operatori cioè le persone che non hanno bisogno di dati per accorgersi di essere ingannati. Tra indeterminazioni (dati non del tutto certi), sottodeterminazioni (dati insufficienti), sovradeterminazioni (dati abbondanti) i cittadini, i malati, gli operatori poveretti sono presi regolarmente per i fondelli .
Oggi abbiamo un nuovo Governo, e alcuni dicono persino una “terza repubblica”. Mi piacerebbe che, sulla sanità, il governo prima di ogni cosa chiarisca quella che tecnicamente si chiama “verità epistemica”, cioè si prenda la responsabilità di dire con chiarezza nel bene e nel male ciò che per lui è ritenuto vero. Mi piacerebbe che il governo si implicasse in un giudizio politico chiarendo a noi tutti i fatti che ha considerato e sulla base dei quali deciderà cosa fare. In altri termini il Governo , dovrebbe dimostrare di sapere qualcosa circa la sanità, anzi molto, anche se non proprio tutto, e spiegare che non vuole più prendere per i fondelli nessuno. Sarebbe davvero un gran cambiamento. Senza una operazione “verità” non si va da nessuna parte.
Sino ad ora nessuno ha mai fatto una operazione verità, nessuno ha fatto bilanci sulle politiche adottate, su come sono andate le cose, sulle stupidaggini della politica. Ricordo un ministro che voleva “ammodernare” senza cambiare niente e meno che mai fare bilanci politici sulle riforme fatte. Negli ultimi 10 anni abbiamo avuto più amministratori di condominio che ministri alla Salute. La sanità, ha almeno cinque teste e con esse volente o nolente il ministro Lorenzin (e noi con Lei) dovrà fare i conti: il governo, le regioni , i sindacati, la società civile, gli speculatori. La prima (il Governo), dal momento che la sanità non è una priorità, chiederà presumibilmente alla Ministra di adeguarsi alle politiche restrittive anche a costo di snaturarne la natura pubblica, le altre chiederanno di derogare dalle restrizioni per avere soldi, vantaggi e diritti e, nel caso degli “speculatori”, se non c’è trippa per gatti avanti con la privatizzazione. In questi anni nessun ministro è riuscito a mettere d’accordo le prime quattro teste e nessuno ha voluto tagliare la quinta anche se velenosa.
Anzi la testa velenosa sembra quella invincibile. Altra cosa sarebbe se la Ministra, tagliasse la testa velenosa, presentandosi a noi tutti con un giudizio veritiero, cioè andando oltre il gap e il glup, e quindi con un proprio progetto politico concepito per larghe intese. Sarebbe una eroina e entrerebbe nella storia con davanti un luminoso futuro politico. In tempi recenti abbiamo visto fare alleanze con le regioni contro il governo o fare alleanze con certe categorie contro le regioni e le cose, per la sanità, sono sempre finite male. Povera sanità ogni volta alle prese sempre con lo stesso “riformista che non c’è”.
Negli ultimi dieci anni ho visto ministri diventare “sindacalisti” delle regioni fino ad esserne divorati vivi, altri accordarsi con alcuni sindacati contro altri sindacati per far passare finte soluzioni, altri ancora che si occupavano solo di tecnicalità, altri succubi di ambiziose cortigiane di palazzo, altri che esprimevano il loro liberismo scrivendo “libri bianchi” contro la sanità pubblica. No, io credo che il giudizio e il progetto debbano avere una loro autonomia di pensiero ma anche una loro credibilità politica. Abbiamo bisogno di verità …oltre il gap e il glup…
Ivan Cavicchi – Quotidiano sanita – 8 maggio 2013