Il ministro Brambilla sostiene che il Palio di Siena non è intoccabile, e che la morte del cavallo della Chiocciola – un gran dolore e una gran brutta cosa, ma almeno a Siena hanno fatto un cimitero dei cavalli da Palio che fa vergognare certi camposanti dove i mortali giacciono tra ferri vecchi, scorie di fabbrica e lastre di eternit, come a Taranto per esempio – deve spingere a “un esame rigoroso”. Ma che brava, che gran cuore.
Benissimo, fa piacere che Michela Vittoria sappia spaziare dal Turismo all’equitazione, ma già che c’è perchè non si spinge un po’ più in là, magari proprio all’ippica?
Perché , già che c’è, il ministro non chiede un “esame rigoroso” anche di quello che succede tra ippodromi e scuderie, dove ai cavalli – che come quelli di Siena, fino a prova contraria, non hanno il dono della parola per rifiutarsi – viene data ogni porcheria di medicinali e di sostanze chimiche per farli correre più veloci, per non farli stancare e financo per non fargli sentire il dolore delle ferite e degli infortuni, inoculandogli veleno di cobra come anestetico?
Perchè il ministro del Turismo che ha tanto a cuore i cavalli e le crudeltà contro quegli splendidi animali non dice due parole anche su quel bel mondo, fatto non solo di galoppo, trotto, scommesse, record e vittorie, ma anche di trafficanti di morte senza scrupoli e spregiudicati personaggi collusi con le mafie, che per tanti anni è stato governato dal carrozzone dell’Unire, che per combinazione e per intere ere geologiche è stato feudo e territorio privato di An e dei suoi “cavalli di razza”, non c’è nemmeno bisogno di fare nomi e cognomi (il sindaco di Roma, per esempio) guardacaso un bel paletto del governo in cui la Brambilla fa il ministro?
Salvatore Maria Righi – l’Unità – 2 luglio 2011