C’è la proroga, la terza in due anni, dei contratti di lavoro precario (“a tempo”, a progetto) per 3mila 220 operatori sanitari che erano in scadenza al 31 dicembre.
Con l’accordo siglato nella tarda serata tra la commissaria governatrice Renata Polverini e Cgil, Cisl, Uil, Ugl di categoria e una decina di sigle sindacali della dirigenza, tireranno un sospiro di sollievo 1.220 tra medici, biologi, veterinari, psicologi e 2.000 infermieri, tecnici e impiegati. Così è stato scongiurato il blocco dell’assistenza minacciato a metà dicembre.
«SENZA contratto», avevano annunciato dall’Umberto I, «niente cure». Sull’assistenza si erano addensate insidie e pericoli quando, il 13 dicembre scorso, i precari in camice bianco – medici, veterinari, biologi, psicologi, farmacisti – avevano inviato una lettera al direttore generale, pronti a inoltrarla a stretto giro, alla governatrice: «II mancato rinnovo dei contratti comporterà una caduta gravissima dei livelli di assistenza». Ora il pericolo è stato scongiurato con la proroga dei contratti a tempo determinato. L’assistenza, soprattutto quella in emergenza (nei Pronti soccorsi, nelle Terapie intensive, nelle Rianimazioni), assicurata per lo più dal personale precario, non subirà soluzioni di continuità. E per quanti, di proroga in proroga (a volte di sei mesi), anche da oltre un decennio, sottoscrivono un contratto “a tempo”, «si è aperta una fase nuova»: «La volontà delle parti», spiegano dalla Funzione pubblica Cgil, Patrizia Di Berto e Gianni Nigro, «è orientata a stabili7Jare i contratti entro il 2012». «C’è l’impegno della Regione», conferma la govematrice Polverini, «a proseguire sulla via della stabilizzazione già imboccata con la regolarizzazione di 200 precari». «Il governo Monti», esortano Di Berto e Nigro, «introduca una norma che acceleri questo obiettivo anche per risparmiare risorse del Servizio sanitario: accertati i requisiti dei precari, basterebbero poche righe in un provvedimento di “Cresci Italia” per bandire concorsi riservati». Poi se la prendono con i dirigenti del ministero dell’Economia: «Si limitino a controllarci conti, non entrino nel merito delle scelte di politica sanitaria». «Vogliamo considerare questa proroga», indicano Di Berto e Nigro, «come l’ultimo ponte verso il contratto a tempo indeterminato che restituirebbe serenità e nuovi stimoli alle centinaia di operatori sanitari che da anni, al pari dei loro colleghi con rapporto di lavoro regolare, si sobbarcano il peso di un’assistenza, da tempo garantita in condizioni estreme». Annuisce Antonio Sili Scavalli, dalla Fials Medici: «Ora si guardi alla stabilizzazione».
Repubblica Roma di venerdì 30 dicembre 2011