Nel piano presentato da Bondi ai direttori generali delle Asl che sarà recepito da un decreto già domani non c’è solo il taglio dei posti letto.Gli ospedali di Roma e del Lazio perderanno 365 unità operative complesse, vale a dire 365 reparti e primariati.
Un risultato che sarà ottenuto con accorpamenti e chiusure di interi ospedali: si passerà da 1.000 a 635 Uoc. Altre unità complesse saranno perse (da 600 a 400) nelle strutture territoriali. Ieri Giovanni Caselli (direttore di Chirurgia vascolare del Casilino) e Vincenzo Di Cintio (direttore di Chirurgia vascolare al Pertini) hanno scritto al ministro Balduzzi e al commissario Bondi per contestare la chiusura dei rispettivi reparti («la salute è in diritto tutelato dalla Costituzione»).
Ma il vero mistero è quello dei posti letto. Nell’analisi di Bondi, illustrata ai direttori generali, si certificava che per raggiungere il rapporto di 3,7 letti per mille abitanti è necessario tagliare 974 posti. Non si comprende poi come quel dato sia stato gonfiato dal Ministero della Salute che sulla spending review parla di 1973 letti da eliminare. E Bondi ha fissato il conto finale a quota 1.800: il doppio rispetto ai 974 iniziali. A contestare le cifre, in una Regione che in sei anni ha già tagliato 6.000 posti letto sono stati in molti, a partire dal leader del sindacato Spes, Massimo Magnanti, e da Gianni Nigro (Cgil Funzione pubblica).
Il decreto che Bondi sta preparando dice anche altro. Partiamo dal San Filippo Neri, dove i lavoratori hanno una fascia nera al braccio in segno di lutto e domani organizzeranno una protesta. Malgrado l’altissima specializzazione di reparti come cardiochirurgia e chirurgia, è stato indicati tra gli ospedali da chiudere. Il piano di Bondi inizialmente prevedeva di passare da 500 a 360 posti letto, chiudendo proprio la cardiochirurgia, la cardiologia e la chirurgia generale. Successivamente è stato detto che tanto valeva chiudere l’ospedale. La decisione finale sarà presa in queste ore. Altro caso: Spallanzani. Nel progetto di Bondi non c’è una chiusura, ma un accorpamento con l’Azienda San Camillo. Condannato alla chiusura il Cto, un trauma center di grande importanza a Roma: qui per oggi è stata organizzata un’assemblea contro i tagli.
Secondo Bondi dovranno chiudere anche l’Eastman (Agostini, Pd: «Chiuderlo è un insulto alle migliaia di persone che non hanno disponibilità economiche per permettersi il dentista privato»), l’Inrca sulla Cassia e il Forlanini. Il piano sarà pronto domani: alle 10 Bondi incontrerà di nuovo tutti i direttori generali. Gli stessi che ieri sono stati convocati all’Asp (agenzia regionale sanità) per presentare le controproposte. Ieri il capogruppo regionale del Pd, Esterino Montino, ha avvertito: «Bondi deve fermarsi. Quanto sta decidendo non è una cura, ma una devastazione».
Il Messaggero – 6 dicembre 2012