Giovannini: sulla legge Fornero interventi mirati. A giugno sgravi per i giovani, cuneo entro l’anno. Miglioramento della lettura Isfol sulla flessibilità in entrata. Poi focus sull’andamento delle nuove conciliazioni giudiziali
Il monitoraggio permanente della riforma Fornero diventerà uno degli strumenti strategici del nuovo policy making che il Governo sta per lanciare in materia di lavoro. Una struttura leggera, che opererà con una logica di rete e coinvolgerà il ministero del Lavoro, gli enti vigilati, diversi enti del sistema statistico nazionale ma anche rappresentanti delle Regioni. Obiettivo è definire una base di dati statistici partendo dagli archivi esistenti per affinare indicatori di monitoraggio. Ma illavoro sarà svolto sotto lo stimolo e il controllo di un Comitato scientifico composto da 14 esperti di chiara fama.
A illustrare la logica di questo «sistema informativo del lavoro» attivato da pochi giorni è il ministro Enrico Giovannini in questo colloquio con Il Sole 24 Ore. «Ho detto finora che abbiamo risorse scarse per affrontare l’emergenza. Per questo dobbiamo farne l’uso migliore, orientarle su obiettivi che diano il massimo risultato possibile. E per questo abbiamo bisogno dei migliori indicatori. Ora siamo partiti: confermo che userò il cacciavite per cambiare la legge 92 ma aggiungo che voglio farlo senza romperne il motore».
La prima traccia del lavoro di raccolta di dati affidabili, rappresentativi e soprattutto confrontabili è iniziato circa un mese fa con il monitoraggio sulla cosiddetta «flessibilità in entrata» realizzata da Isfol. Dati sulle comunicazioni obbligatorie che hanno evidenziato una crescita dei contratti a termine al posto di altre forme di rapporti atipici: «Stiamo migliorando quel lavoro che è basato su dati aggregati e individuali – dice il ministro – per arrivare a una conoscenza dei flussi individuali, i passaggi da un contratto all’altro in settori, territori e tipi d’impresa diversi».
Il cantiere di indagine non sarà svincolato dall’agenda politica, naturalmente, che resta quella nota, con un provvedimento «di peso» entro fine mese: «Compito del Comitato scientifico non sarà solo quello di definire metodi, procedure o indicatori – prosegue il ministro – ma anche quello di porre domande precise di monitoraggio su aspetti suscettibili di correzione». S’è detto dei contratti a termine ma Giovannini offre anche un altro esempio, quello delle conciliazioni giudiziali per risolvere i contenziosi: «Come sono effettuate, con che esiti, quali costi?» L’approccio sarà analitico, con un’attenta distinzione tra dati amministrativi e fonti statistiche. Ma al tempo stesso pragmatico, orientato alla soluzione dei problemi: «L’obiettivo è quello di riuscire a introdurre un metodo nuovo, spostare il confronto periodico con le Regioni e le parti sociali sui risultati oggettivi del monitoraggio, per poi decidere dove e come rifinire meglio le norme in vigore, modificarle e verificarne il diverso impatto che possono produrre».
Uno degli aspetti più delicati del sistema riguarderà la gestione dei microdati che potranno essere consultabili dalla comunità scientifica nazionale e internazionale con il criterio dell’open data: «Coinvolgeremo una struttura dell’Istat, il laboratorio Adele per l’analisi dei dati elementari, proprio per garantire la totale riservatezza sui dati personali». Insomma uno strumento di policy tipicamente europeo. Ieri Giovannini ha firmato con il collega Saccomanni i decreti per assegnare alle Regioni i fondi per la cassa in deroga previsti dalla legge di Stabilità: «Ecco un altro fronte cruciale per il monitoraggio – dice Giovannini – anche qui dobbiamo capire meglio molte cose, come per esempio l’uso della mobilità in deroga. Anche le Regioni sono molto interessate a questo lavoro d’indagine aperto e che sarà d’aiuto per i decreti ministeriali previsti, tra l’altro, per affidare all’Inps un controllo sulle autorizzazioni».
Tornando all’agenda Giovannini ha poi confermato che il governo potrebbe presentare entro fine giugno gli sgravi alle aziende che assumono giovani, mentre il possibile taglio del cuneo potrebbe arrivare entro l’anno: «è una prospettiva su cui il governo sta lavorando perchè abbiamo un costo del lavoro molto elevato, ma è chiaro che richiede un riordinamento più complessivo».
Il Sole 24 Ore – Davide Colombo – 7 giugno 2013