Il Sole 24 Ore. Prima del varo però va sciolto il nodo copyright. Ieri incontro con le piattaforme. Fondo da 150 milioni a start up e Fondazione per il trasferimento tecnologico
Principi, regole e un primo stanziamento di risorse pubbliche: con un disegno di legge il governo intende delineare il perimetro di azione dell’Intelligenza artificiale (Ia) in Italia. La bozza è ancora oggetto di alcuni confronti interni all’esecutivo, ad esempio sulla tutela del copyright e sulle norme di natura penale, e l’approdo in consiglio dei ministri, atteso inizialmente per fine marzo, potrebbe avvenire la prossima settimana o slittare ancora. Entro dodici mesi inoltre, prevede il Ddl, con uno o più decreti legislativi il governo dovrà adeguare la normativa nazionale al regolamento europeo recentemente approvato, l’Ai Act.
Visione antropocentrica
I primi articoli includono i principi in base ai quali si interpretano e applicano tutte le singole disposizioni. L’architrave è costruito su rispetto del potere decisionale dell’uomo e della prevenzione del danno; ricerca sperimentazione e sviluppo nel rispetto della Costituzione e del diritto Ue; dati e processi per i quali deve essere garantita correttezza, attendibilità, sicurezza; certezza di non pregiudicare lo svolgimento democratico della vita istituzionale e politica; cybersicurezza lungo tutto il ciclo di vita dei sistemi; inclusività per evitare discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità. Un articolo specifico fissa i principi di pluralismo dei mezzi di comunicazione, di trattamento lecito e trasparente dei dati personali e l’accesso dei minori di 14 anni alle tecnologie di Ia solo su consenso dei genitori.
Imprese e lavoro
Lo Stato e le autorità pubbliche – su legge poi nella bozza – promuovono l’utilizzo dell’Ia «per migliorare l’interazione uomo-macchina nei settori produttivi e migliorare la produttività» anche facilitando l’accesso ai dati per le imprese e per la comunità scientifica. Un fondo di 148 milioni in due anni consentirà allo Stato, attraverso il Dipartimento per la trasformazione digitale e l’Agenzia per la cybersicurezza, di sottoscrivere azioni dei fondi di Cdp Venture capital per il sostegno a start up attive nell’Ia oppure in altri settori di frontiera come il quantum computing, la cybersecurity e il 5G. A fare da raccordo tra gli investimenti privati e quelli pubblici ci sarà una “Fondazione per la ricerca industriale per il trasferimento tecnologico, la sperimentazione, lo sviluppo e l’adozione di sistemi di Ia”, di cui saranno membri la presidenza del Consiglio, il Mef e il Mur.
Il ministero del Lavoro costituirà un Osservatorio con il compito di definire una strategia sull’utilizzo dell’Ia in ambito lavorativo e promuovere la formazione di lavoratori e datori di lavoro. Quest’ultimi saranno comunque tenuti a informare i lavoratori sull’utilizzo della tecnologia, che non può in nessun caso essere adoperata per discriminare i lavoratori in base a specifici orientamenti o condizioni personali. E per quanto riguarda le professioni intellettuali, andrà garantita la prevalenza del lavoro intellettuale oggetto della prestazione dell’opera.
Sanità
Sarà obbligatorio informare i cittadini nel caso di utilizzo di sistemi di Ia, in termini diagnostici e terapeutici, e a ogni modo la tecnologia dovrà essere considerata di supporto, «lasciando impregiudicata la decisione, che è sempre rimessa al professionista sanitario». Un successivo decreto del ministero della Salute disciplinerà le soluzioni utili per lo sviluppo del fascicolo sanitario elettronico e l’Agenas (agenzia per i servizi sanitari regionali) gestirà una piattaforma di Ia per il supporto alle finalità di cura, in particolare per l’assistenza territoriale.
La governance
La Strategia nazionale sarà aggiornata ogni due anni dalla presidenza del Consiglio con il Dipartimento per il digitale e trova conferma l’attribuzione a due agenzie governative (Agenzia per il digitale e per la cybersicurezza), anziché ad Authority indipendenti, delle competenze di Autorità nazionali per l’intelligenza artificiale, uno status previsto dalla Commissione Ue nell’Ai Act. L’Agenzia cyber sarà titolare anche delle sanzioni e insieme all’Agid dovrà garantire le sandbox, cioè gli spazi di sperimentazione regolamentare.
Copyright e norme penali
Resta controversa la materia della tutela del diritto dell’autore e del contrasto ai deepfake, tema sul quale ieri pomeriggio si è svolto un complicato incontro tra i sottosegretari a Palazzo Chigi con delega all’Innovazione, Alessio Butti, e con delega all’editoria, Alberto Barachini, e le principali piattaforme coinvolte (Amazon, Apple, Aws, Google, Ibm, Meta, Microsoft, OpenAI, Oracle, oltre a TikTok). Da un lato si intende intervenire sul Testo unico dei servizi audiovisivi per introdurre un obbligo di riconoscibilità dei prodotti generati dall’Ia mediante l’apposizione di una filigrana digitale, dall’altro si intende chiarire i casi in cui si può applicare la legge italiana sul diritto autore, che risale al 1941. Ma le norme in materia vanno attentamente dosate per non incorrere nei rilievi di Bruxelles che ritiene la materia fondamentalmente di competenza della Commissione. Quanto al pacchetto di norme penali allo studio del ministero della Giustizia, anche in questo caso in valutazione, spicca la previsione della reclusione da 1 a 5 anni per chiunque causa ad altri un danno utilizzando contenuti manipolati con l’Ia e atti a indurre in inganno sulla loro genuinità o provenienza.