Il premier: Troviamo intesa, ma tempi stretti. La Cgil rilancia: ridurre le forme di contratti sulla precarietà che ora sono 46
ROMA – Prove di dialogo tra i sindacati e il governo. I leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl ieri hanno lanciato l’allarme sul fronte del lavoro spiegando che c’è il rischio di andare incontro a forti tensioni sociali. In serata è arrivata la telefonata di auguri del premier Mario Monti con la speranza di raggiungere la «massima intesa con le parti sociali sui temi del mercato del lavoro e dell’occupazione, pur nell’esigenza di operare con la sollecitudine imposta dalla situazione».
La timida apertura del governo. «Rimettere in moto l’occupazione. Questa è la nostra prima emergenza» ha detto solo pochi giorni Fornero. E partendo da queste parole sembra che il governo para un timido spiraglio nei confronti delle parti sociali anche se, sempre pochi giorni fa, sulla riforma del mercato del lavoro aveva sostenuto che non era possibile una trattativa lunga e profonda.
Rischio di tensioni sociali. La prospettiva di un 2012 all’insegna della recessione e della disoccupazione fa tremare i sindacati, che lanciano l’allarme sulla coesione sociale. «C’è un rischio reale di tensioni sociali crescenti nei prossimi mesi», dice il leader della Cgil, Susanna Camusso, che va contrastato con un Piano per il lavoro. Sulla stessa linea il numero uno della Uil: «C’è il rischio di andare verso una fase di recessione e, quindi, di riduzione dei posti di lavoro. L’aumento della disoccupazione non è certo un antidoto alla pace sociale, anzi è benzina sul fuoco», afferma Luigi Angeletti.
La riforma del mercato del lavoro. Dopo l’Epifania cominceranno gli incontri per scrivere la riforma del mercato del lavoro, guidata dal ministro Elsa Fornero. Tra le priorità, secondo Susanna Camusso, c’è la riduzione della precarietà: da 46 forme di assunzione a tre o quattro e rendere le forme flessibili più costose. Sono questi i punti da cui cominciare, sostiene la Cgil, rilanciando la necessità di un piano per il lavoro e l’avvio di un confronto col sindacato.
Il Messaggero – 2 gennaio 2011