Meno tasse, più investimenti, pensioni minime, contratti pubblici. Renzi spinge sull’acceleratore della nuova legge di Bilancio. A circa un mese dal varo da parte del governo della manovra 2017,che dovrebbe essere pronta entro il 12 ottobre, la struttura del provvedimento è già sul tavolo dei tecnici: l’intervento a favore dell’economia sarà di circa 25 miliardi.
Le coperture, per circa 10 miliardi, arriveranno da spending review, rientro capitali, lotta all’evasione e risparmi sugli interessi, mentre circa un punto di Pil, pari a 16 miliardi, verrà imputato al deficit che sarà fissato – come annunciato dal premier Renzi l’altra sera a Porta a porta – al 2,3-2,4 per cento contro l’1,4 tendenziale stimato nell’ultimo Def (Documento di economia e finanza) dell’aprile scorso. Naturalmente il punto in più dovrà essere approvato dalla Commissione europea che ieri ha fatto sapere che si pronuncerà «a tempo debito», il 15 ottobre, quando è previsto l’invio della nuova legge di Bilancio a Bruxelles.
CONTRATTI, PENSIONI, SCUOLA
Piatto forte della “Finanziaria” è il pacchetto pensioni, statali, scuola. Le risorse per il nuovo contratto di lavoro degli statali, fermo da sette mesi, dovrebbero ammontare a circa 1,5-2 miliardi (al posto dei 300 milioni inseriti in un primo momento). Si delinea anche l’intervento sulle pensioni che dovrebbe essere più snello del previsto e fare perno sull’Ape, la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro, e la cosiddetta quattordicesima per le pensioni inferiori a 750 euro, con un incremento di circa 50 euro al mese: in tutto 2 miliardi. Conferma anche per i circa 350 milioni del bonus per l’aggiornamento professionale degli insegnati.
MENO TASSE PER LE IMPRESE
La novità è la «flat tax» per circa mezzo milione di imprese artigiane e commerciali che, società individuali o di persone, oggi pagano le aliquote Irpef e domani saranno sottoposte ad una aliquota del 24 per cento. Così come viene confermato il taglio dell’Ires allo stesso livello del 24 per cento, di 3 punti e mezzo. Il costo di quest’ultima misura, circa 3 miliardi, non entra in legge di Bilancio perché è già stata finanziata con il provvedimento del 2016.
INVESTIMENTI E TERREMOTO
L’emergenza terremoto entra in legge di Bilancio con 1,5 miliardi fin dal 2017 che diventeranno 5 in un arco temporale più lungo e saranno finalizzati anche alla messa in sicurezza del territorio. Necessari anche altri investimenti pubblici aggiuntivi per infrastrutture e piccole opere che vengono cifrati in circa 1 miliardo.
SPINTA AI CONTRATTI PRIVATI
Sono scaduti i contratti per circa 5 milioni di lavoratori del settore privato a cominciare dai metalmeccanici. Per ora il governo mette sul tavolo 500 milioni per rafforzare la tassazione agevolata per i premi destinati a favorire la contrattazione di secondo livello, il cosiddetto bonus produttività.
STOP AUMENTO IVA
Sarà bloccato l’aumento di 2 punti dell’Iva che sarebbe dovuto scattare il 1°gennaio 2017 per la clausola di salvaguardia. E’ il costo maggiore: 15,1 miliardi.
FIGLI, FAMIGLIA E POVERTÀ.
Per ora si parla di un intervento di qualche centinaio di milioni per le famiglie numerose. Tuttavia la partita è aperta anche perché l’ala centrista del governo punta molto su questo tema, come pure si prevede di rafforzare le risorse destinate alla lotta alla povertà.
DA DOVE VERRANNO LE RISORSE?
Per far fronte alla lista delle spese si punta sulla spending review (3-4 miliardi). La voluntary disclosure-bis fornirebbe 1,5 miliardi, mentre una prima sforbiciata alle agevolazioni fiscali frutterebbe circa 1 miliardo. Risorse verranno anche dalla minor spesa per interessi e dal successo dello split payment (lo Stato trattiene l’Iva dei fornitori evitando fenomeni di evasione). Si guarda anche alla sanità: il fondo, cifrato in 113 miliardi, 2 in più rispetto al 2016, potrebbe essere ridotto anche se la ministra Lorenzin difende lo stanziamento.
Repubblica – 8 settembre 2016