Giornata decisiva oggi sulla riforma del mercato del lavoro. Alla vigilia dell’incontro di domani con il premier Mario Monti le parti sociali sono al lavoro per tentare una mediazione sulle ipotesi di interventi su contratti, articolo 18 e sussidi ipotizzati dal Governo.
Ma il tempo stringe, come ha ricordato ieri sera ospite da Fabio Fazio il ministro del Welfare, Elsa Fornero. Che ha spiegato come l’intero pacchetto di interventi dovrà essere chiuso entro la settimana.
Il Governo sta limando le sue proposte. Mentre i sindacati presenteranno alla titolare di Via Veneto un documento unitario per apportare alcuni correttivi alle proposte dell’Esecutivo soprattutto per quanto riguarda lo spinoso tema dei licenziamenti.
Sulla flessibilità in entrata il disegno riformatore di Elsa Fornero punta a rendere l’apprendistato il canale d’ingresso principale dei ragazzi al lavoro. E qui c’è l’accordo di imprese e sindacati. Per evitarne gli abusi sarà reintrodotta una durata minima. E si prevede (pure) l’obbligo di trasformare una certa percentuale di apprendisti in lavoratori a tempo indeterminato.
Per i contratti a termine arriva invece un aggravio dei costi (molto criticato dalle imprese – specie quelle medie e piccole) che andrà a finanziare la nuova assicurazione sociale per l’impiego (l’Aspi). Ma l’aumento dei contributi – ha detto ieri sera il ministro Fornero – potrà essere recuperato (in parte) dall’azienda in caso di stabilizzazione del lavoratore. In genere il lavoro precario costerà di più e sarà disincentivato anche dal punto di vista normativo con l’estensione per esempio della sanzione prevista per i collaboratori “fittizi” – la conversione del rapporto a tempo indeterminato – alle partite Iva rivelatesi irregolari.
Il ministro Fornero ha anche annunciato un nuovo intervento sugli stage per limitarli al solo periodo formativo.
Sul fronte infine più caldo – quello dell’articolo 18, la flessibilità in uscita, ossia la terza gamba della riforma – il Governo punta a una manutenzione robusta che sposta dalla scelta del lavoratore al giudice la facoltà di decidere il reintegro o il risarcimento in caso di licenziamento per motivi economici e disciplinari. Non ci sarà invece nessuna modifica al regime vigente sui licenziamenti discriminatori e nulli.
ilsole24ore.com – 19 marzo 2012