Al via i quattro tavoli su flessibilità, apprendistato, ammortizzatori e contratti. Stavolta il ministro non partirà da un testo ma dalla ricerca di convergenze sui singoli temi
«Senza rinunciare all’ottica di lungo periodo». Lo schema non cambia. Come era avvenuto la scorsa settimana anche questa mattina si ritroveranno seduti al tavolone della sala verde di Palazzo Chigi. Da un lato le delegazioni delle parti sociali, dall’altro il governo, nelle figure del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricala, dei ministri Elsa Fornero, Corrado Passera e Francesco Profumo e del viceministro Vittorio Grilli. E non cambierà neppure la forma dell’incontro: la più aperta e dialogante possibile, co- me vuole il premier Mario Monti, purché si arrivi però a un accordo concreto in tempi certi. Il presidente del Consiglio, la cui presenza al vertice di stamane non è stata confermata, ha già dato lunedì scorso l’orizzonte e l’esito possibile del confronto: misure da adottare entro marzo e che non saranno inserite in un decreto legge. Si ripartirà da qui, dando per superati i malintesi e gli scontri lessicali degli ultimi giorni che, per le cronache, sono serviti a fissare almeno un punto certo: non si punta a un intervento draconiano sugli ammortizzatori sociali né al superamento (in questa fase di crisi) dell’assetto della cassa integrazione straordinaria. Oggi si darà il via ai quattro tavoli – flessibilità, formazione e apprendistato, ammortizzatori sociali e forme contrattuali – individuati settimana scorsa. Il ministro Elsa Fornero questa volta non presenterà alcun documento ma partirà dal metodo di lavoro sui temi concordati con le parti: tentare una convergenza sulle cose che si possono fare «senza rinunciare all’ottica di lungo periodo». Negli ultimi giorni una convergenza tra imprese e sindacati s’è registrata sul problema del contenzioso giudiziario in materia di lavoro, i cui tempi lunghi scoraggiano le nuove assunzioni. Si devono garantire tempi certi dei processi e magari mettere un tetto sugli arretrati che il datore deve al lavoratore, è stato chiesto. Il ministro ha dato una disponibilità chiara su questo fronte, che consente di superare almeno in parte il nodo dell’articolo i8. E ieri, rispondendo a un’interrogazione parlamentare di Giuliano Cazzola (Pdl), ha fatto un passo in più, annunciando la volontà di porre la questione della conciliazione e dell’arbitrato. Si tratta di uno strumento nuovo, introdotto con la legge 183 del 2010 (il cosiddetto “collegato lavoro”) che consente alle parti sociali di dare vita a procedure di conciliazione e di arbitrato irrituale a cui i lavoratori si obbligano a ricorrere tramite la sottoscrizione, libera evo- lontana, di una clausola compromissoria, in modo che le controversie (da cui restano esclusi i licenziamenti) possano avere sollecita composizione stragiudiziale. Fornero vuole effettuare una ricognizione per capire se i nuovi contratti collettivi abbiano attivato questo strumento. E se intese non sono state raggiunte le solleciterà «lo strumento è importante e non sarò passiva» ha detto, ricordando che la legge affida al ministro, sei mesi dopo la scadenza del primo anno della legge (vale a dire tra maggio e giugno prossimi) la facoltà di adottare soluzio- ni proprie, in via sperimentale, con un decreto. Ieri Fornero ha anche parlato di apprendistato, strumento cruciale per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro con «una vera connotazione di formazio- ne professionale». Serve una maggiore uniformità di azione delle Regioni- ha detto-cui è demandato il sostegno di questa forma contrattuale in collegamento con le diverse offerte formative. È un’altro degli argomenti su cui le parti sociali hanno condiviso di aprire il tavolo di confronto che oggi, è negli auspici, dovrebbe fare un passo avanti.
OLTRE IL DUALISMO
• Il governo vuole riformare il mercato del lavoro per superare il dualismo che lo caratterizza, con pochi lavoratori pienamente tutelati e una quota crescente di contratti con poche tutele. Gli interventi su cui si sta ragionando riguardano la flessibilità in ingresso e in uscita, la : radualità di redditi e funzioni rispetto al ciclo di vita del lavoratore, gli ammortizzatori sociali (si vuole superare l’assetto attuale per assicurare una maggiore copertura dei sussidi in caso di perdita di lavoro). Altri temi: rilancio dell’apprendistato, formazione, conciliazione e semplificazione delle attuali forme contrattuali
Sole 24 Ore – 2 febbraio 2012